Allenarsi provoca una risposta infiammatoria?

L'esercizio fisico causa lesioni a livello muscolare, e ciò innesca una risposta infiammatoria. Il Dr. Francesco Cagnazzo ci aiuta a capire meglio la relazione tra infiammazione e prestazione atletica e come sfruttare l’alimentazione a proprio vantaggio.

L'infiammazione è un processo naturale ed è essenziale per rispondere agli stress e alle infezioni.  

Anche l'esercizio fisico è causa di infiammazione. Tuttavia, questo dovrebbe essere un effetto a breve termine, necessario per creare  degli adattamenti fisici positivi.

Il problema infatti sorge in alcune situazioni quali: 

  • l’esercizio fisico è troppo intenso e non calibrato sull’atleta
  • non si consente un recupero adeguato
  • si aggiungono altri fattori di stress (ad esempio scorretta alimentazione, cattivo sonno, alcol, ecc.)

Mal gestire l’infiammazione significa entrare in un territorio pericoloso e correre il rischio di sovrallenamento, che influenza negativamente le prestazioni e favorisce il rischio di infortuni.  

Come comportarsi dunque?

Oltre a recuperare in maniera corretta e ad allenarsi tenendo conto dei modi e dei tempi più idonei per un atleta, è essenziale curare l’alimentazione e preoccuparsi del benessere di due organi chiave: intestino e fegato.

Cibi ad contenuto di zuccheri, gli oli vegetali raffinati, i grassi di animali allevati in maniera intensiva hanno la capacità di innescare processi infiammatori. D’altra parte, alimenti tipici della dieta Mediterranea come olio extra vergine d’oliva, ortaggi, frutta e pesci ricchi in omega-3 hanno spiccate proprietà antinfiammatorie.

Basare la propria alimentazione su cibi antinfiammatori aiuta anche la funzione della barriera intestinale, sottoposta a forte stress da parte dell’esercizio fisico intenso e prolungato.

Un fegato che non funziona in maniera ottimale non permette un recupero efficace; estratti vegetali (ad esempio il succo di melograno) oppure il tè verde rappresentano un sostegno alla funzionalità epatica.   

Attenzione anche alla quantità di acqua che si beve, perché la disidratazione porta ad aumento dello stress ossidativo e conseguentemente anche dell’infiammazione.

L’uso di funghi medicinali si è dimostrato utile nel migliorare l’infiammazione cronica; tuttavia, come per tutti i preparati di origine naturale, è importante conoscere se e quando poterli assumere evitando il pericoloso “fai da te”.

In conclusione, l'infiammazione non è necessariamente lo spauracchio che spesso si crede.  

Poca infiammazione non allena, troppa è dannosa!

Non esistono cibi “miracolosi” con proprietà antinfiammatorie; ciò che fa la differenza è il giusto bilanciamento tra allenamento, recupero e corretta nutrizione.

 

Testo a cura del Dr. Francesco Cagnazzo, Specialista in Scienze dell'Alimentazione e della Nutrizione Umana - Nutrizionista 

 

 

 

 

 

 

 

 

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