Gli Impossible Games di Oslo rendono vero anche ciò che appare virtuale, come il pubblico costituito da marionette di cartone, le sfide a distanza e tutto ciò che ancora manca per tornare allo spettacolo tradizionale dell'atletica. In mezzo a tanta fatica per proporre uno show che fosse il meno lontano possibile dalla normalità, Jakob Ingebrigtsen ha largamente strapazzato il record europeo di Steve Cram (4:51.39) chiudendo in un sensazionale 4:50.01 (nono crono assoluto all-time e sesto performer di sempre) la fatica dei 2000 metri, corsi assieme ai fratelli in una sfida virtuale contro il team keniano guidato da Tim Cheruiyot, che aveva fatto il suo in mattinata in una Nairobi piovosa. Henrik in 4:53.72, e Filip in 4:56.91, hanno avuto tutti la meglio su Cheruiyot (5:03.05). Lontanissimo Elijah Manangoi (5:18.63), ritirati gli altri keniani, per una facile vittoria di team dei fratelli più famosi del mondo nell'atletica.
Prima di correre assieme ai fratelli, Filip Ingebrigtsen ha vinto i 1000 metri in 2:16.46, crono più veloce dell'anno e primato nazionale, finendo da solo dopo il lavoro dei pacemaker, Mushom e i due Roth. Lontanissimo il primato del meeting, che fu il record mondiale di Seb Coe (2:12.18 nel 1981).
A fine meeting arriva anche l'altro primato d'Europa, sui 25.000 metri, centrato come da programma dall'ex recordman europeo di maratona Sondre Nordstad Moen, che in 1h12:46.5 ha migliorato di oltre un minuto il limite di 1h13:57.6 detenuto dal tedesco Stephane Franke (Walnut, 30 marzo 1999). La "wavelight technology" ha fatto il suo esordio in un contesto da primato, illuminando il percorso della gara di Moen tracciandone il ritmo desiderato. Sui 10.000 metri, l'olimpionica e pluriiridata di sci di fondo Therese Johaug ha migliorato ampiamente il personale in 31:40.67, ovviamente miglior prestazione mondiale dell'anno, realizzando l'insolita impresa di issarsi ai vertici stagionali proveniendo da un'altra disciplina sportiva corollata da un rosario di successi da leggenda.
Fonte: FIDAL