1) Cassius Clay, un nome da schiavo
Così battezzato in onore di un politico abolizionista del XIX secolo. Nel 1964 arrivò il cambio di nome in Muhammad Ali e la conversione all'Islam
2) Ali era di origine irlandese
Il nonno di Ali, Abe Grady, era un irlandese che si trasferì nel Kentucky nel 1860. Nel 2009 Ali andò anche ad Ennis, una piccola città nella zona occidentale dell'Irlanda, per incontrare i membri della sua famiglia originaria
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3) Il primo pugno alla madre
La prima 'vittima' di Ali fu la mamma Odessa Clay: «La prima persona che picchiai fu mia madre», disse l'ex leggenda del pugilato. Aveva due anni e il pugno costò alla mamma due denti.
4) Un idolo chiamato Sugar Ray
Nel 1960 Ali, allora 18enne, incontrò il suo mito Sugar Ray Robinson nel quartiere Harlem di New York: «Tu sei il mio maestro, il re! Voglio che tu diventi il mio manager», disse Ali.
5) Ali non gettò mai in un fiume la medaglia olimpica vinta a Roma
Una delle tante storie inventate che girarono su Ali riguardò un episodio assurdo: preso da un momento di rabbia in un ristorante di Louisville, Ali - di ritorno da Roma dove vinse l'oro olipico nel 1960 - gettò la medaglia appena conquistata nel fiume Ohio. La realtà è che il campione perse il trofeo negli anni successivi. Una replica di quella medagli gli fu ridata in occasione dell'accensione della fiamma olimpica alle Olimpiadi di Atlanta.
6) Ali era un pessimo studente
L'aneddoto raccontato da un giornalista de L'Equipe risale al gennaio del 2012: «Dopo la vittoria contro Liston nel 1965 mi ritrovai con Ali nel Motel dove alloggiava. Un messicano si avvicinò e gli chiese un autografo. Ali accettò, poi gli chiese come si scriveva Messico aggiungendo: "Non sono andato a scuola a lungo"»
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7) Cantante, oltre che pugile
Ali, oltre al suo talento sul ring e alle sue doti oratorie, pubblicò un album musicale nel 1964 quando ancora si chiamava Cassius Clay. Il titolo? "Io sono il più grande". Dopo la sua conversione all'Islam la Columbia Records si affrettò a rimuovere le vendite dell'album.
8) Ali salvò la vita ad una persona
Siamo a Los Angeles, 1981. Un giovane uomo di 21 anni è in piedi fuori dalla finestra al nono piano di un palazzo minacciando di buttarsi giù. La polizia ha cercato invano di dissuaderlo, ormai si attende solo il tragico balzo. Muhammad Ali guarda per caso la scena e si offre di parlare con lui. «Io sono tuo fratello e ti voglio aiutare», grida il pugile dalla finestra limitrofa. Venti minuti dopo l'uomo desiste dal suo intento e rientra nella stanza. Ali commenterà così l'accaduto: «Per me salvare una vita è più importante di qualsiasi cintura».
9) Il suo rapporto con la malattia
Nel 1984, dopo una settimana di esami in un ospedale di New York, Ali viene a sapere di essere malato di Parkinson. «E' il giudizio di Dio. Mi ha dato questa malattia per ricordarmi che non sono io il numero 1, è lui».
10) Contro il bullismo
Nel 1963 Patrick Power, bambino di 6 anni, fu vittima di diversi episodi di bullismo nella scuola che frequentava. Per imparare a difendersi Patrick decise di fare boxe. Muhammad Alì, allora ancora Cassius Clay, seppe della sua storia e lo invitò per un incontro sul ring, in cui si fece battere e cadde al tappeto per regalare autostima e fiducia tolte ad un bambino di 6 anni da un gruppo di prepotenti. "...Sei forte Patrick, sei diventato veramente forte!"