Sei mesi di squalifica e ammenda da 50 mila euro. È il provvedimento con effetto immediato deciso dalla Aquatics Integrity Unit della World Aquatics contro la nazionale italiana di pallanuoto maschile per la protesta della formazione allenata da Domenico Campagna contro la direzione arbitrale ai Giochi di Parigi. La Federazione italiana nuoto (Fin), ha annunciato che non farà ricorso.
L'antefatto
La sentenza emessa dall'unità interna alla World Acquatics, l'ente organizzatore dei campionati mondiali mondiali di nuoto, è l'ultimo atto della polemica provocata dal Settebello impegnato alle Olimpiadi di Parigi. La formazione azzurra aveva infatti contestato la direzione arbitrale del match contro l'Ungheria, valido per i quarti di finale e che ha visto gli uomini di Campagna arrendersi ai rigori. In quell'occasione, la squadrà aveva protestato contro l'espulsione di Condemi, che aveva cambiato le sorti dell'incontro. Il Settebello è poi tornato in acqua per la sfida contro la Spagna, valida per assegnare le posizioni finali dalla quinta all'ottava classificata. Durante l'esecuzione dell'inno nazionale, la formazione ha deciso di voltare le spalle alla giuria, in continuità con la contestazione iniziata contro i magiari. Alla sentenza della World Acquatics, la Federnuoto ha però ritenuto di dover considerare "la necessità che la giuria abbia a disposizione strumenti tecnici di alto livello professionale, onde evitare la possibilità che si ripetano errori tanto clamorosi quanto lesivi per l'immagine della pallanuoto". Le ragioni che spiegano la scelta di rinunciare al ricorso sono state rese note attraverso una nota ufficiale.