Esther Carnicero, nasce a Valladolid il 23 novembre del 1999. In forza al Team Siux, è una di quelle giocatrici con grandi potenzialità, che siamo certi ben presto vedremo vicino a qualche veterana, così che possa esprimere finalmente il suo vero valore. Quest’anno deve ancora trovare la sua dimensione ideale, anche per il livello sempre più alto in Premier, circuito che ha oltretutto dei ritmi incalzanti, che non le permettono appunto di giocare tutte le partite e quindi di salire in classifica. Ha giocato nella nostra Serie A con il Mas Padel di Roma e in passato ha avuto l’onore di giocare ben 6 tornei insieme alla leggendaria Cecilia Reiter. Attualmente Esther occupa la posizione n. 34 del ranking e gioca con la connazionale Melania Merino.
Che aspettative ha per questa seconda parte della stagione?
"Abbiamo fatto metà stagione con delle buone sensazioni, sapendo allo stesso tempo che il circuito è difficile per una coppia come noi. Quindi l’obiettivo è quello di andare avanti partita dopo partita per essere costanti e cercare di salire in classifica".
Quali sono le chiavi del successo di una coppia?
"L’impegno da parte di entrambe e la comunicazione, ma, soprattutto, trovarsi bene anche nel privato".
Se potesse rubare un colpo alla sua compagna?
"L’uscita da parete".
Com'è il suo rapporto con le altre giocatrici?
"In generale c'è un buon rapporto nel circuito, ma non siamo tutte amiche, molte le considero solo colleghe, mentre con altre è nata una amicizia e quando giochi contro di loro non è facile emotivamente, ma alla fine è il tuo lavoro".
Vede qualche altro Paese emergere per il futuro?
"L’Italia, perché qui da voi il padel sta crescendo molto, è uno sport che viene vissuto con molta passione e organizzate tornei ogni fine settimana".
Le piacciono altri sport di racchetta? Cosa ne pensa del pickleball?
"Sì, il tennis e ho giocato anche a beach tennis. Il pickleball è uno sport molto divertente e si espanderà molto".
Come vede il padel tra 10anni?
"Lo vedo sport olimpico e consolidato anche in Paesi come Asia e Stati Uniti".
Ha qualche rituale?
"Ascoltare la mia playlist pre-partita che ho creato da sola".
A chi dedica le sue vittorie?
"Ai miei genitori".
Si trova bene con i social?
"Sì, ma non è il mio punto forte, perché non mi piace mostrare tutta la mia vita a differenza di molte altre".