Nata a Villena il 29 ottobre del 1997, Jessica Castelló ha iniziato a giocare a padel all’età di 19 anni. La spagnola ha capito da subito che questo era il suo sport per la vita e che l’avrebbe portata a raggiungere importanti traguardi, come sta accadendo (guardando la classifica occupa la posizione numero 8). Con il 71% di vittore, tanto entusiasmo e un grande gioco in campo, Jessica milita in Premier in coppia con Claudia Jensen, altra rivelazione di questa stagione che abbiamo intervistato alcune settimane fa, con la quale punta decisamente in alto, avendo dimostrato in più di una occasione di poter competere con le migliori giocatrici del circuito. Le due, entrambe della “scuderia” Bullpadel, hanno già giocato insieme lo scorso anno nel WPT, disputando anche il loro primo Master Finals.
Che aspettative ha per questa seconda parte della stagione?
«Finire l'anno tra le prime quattro coppie e lottare per arrivare a disputare più semifinali e magari finali nelle prossime tappe».
Quali sono le chiavi del successo di una coppia?
«Fiducia e pazienza nel proprio partner e nella squadra, oltre a dedicare tempo al progetto in modo che la coppia funzioni e i risultati riflettano il lavoro svolto giorno dopo giorno».
Se potesse rubare un colpo alla sua partner?
«Il drop shot».
Lei gioca spesso contro avversarie con cui ha giocato in coppia: com'è il suo rapporto con loro fuori dal campo?
«È molto buono e c'è un affetto reciproco».
Vede qualche altro Paese emergere per il futuro?
«Penso che l'Italia e la Svezia siano i Paesi in cui il padel è cresciuto di più negli ultimi anni e su cui le federazioni stanno scommettendo molto».
Le piace il tennis e hai mai giocato a pickleball?
«Ho giocato a tennis dall'età di 5 anni fino ai 18 ed è stata la mia passione fino a quando non ho conosciuto il padel. Non ho ancora giocato a pickleball però mi piacerebbe provarlo, sono sicura che mi divertirei molto: amo tutti gli sport di racchetta».
Come vede il padel tra 10 anni?
«Si sarà evoluto molto, soprattutto a livello internazionale, e si sarà esteso a molti Paesi in cui era ancora poco conosciuto. Spero che per allora il padel sarà diventato anche uno sport olimpico».
Ha qualche rituale in campo prima o durante la partita?
«Mi siedo sul lato esterno della panchina, il più lontano dal campo».
Può raccontarci qualche aneddoto divertente che le è capitato durante un torneo?
«Non è facile sceglierne uno solo, ma vi dico solo che con Claudia ce ne capitano di tutti i colori (ride, ndr)».
A chi dedica le sue vittorie?
«Alla mia famiglia, al mio compagno e alla mia squadra, ma soprattutto a mio padre».
Si trova bene con i social network?
«Non sono una persona a cui piace postare troppo e onestamente non sono neanche molto brava. Credo però che oggi siano molto importanti e ci permettano di essere più vicini a tutte le persone che ci seguono e ci sostengono ogni giorno».