L’idea è nata durante il lockdown, nei mesi che hanno poi portato alla definitiva esplosione del fenomeno padel ma è maturata in quelle settimane in cui lo sport più in crescita su scala mondiale non aveva ancora ottenuto il via libera dall’ormai famoso DPCM del 4 maggio 2020. Alla base c’è, ovviamente, una storia di passione per il padel: Talmente tanta era la frustrazione per non poter giocare che Andrea Casale e Simone Vellucci, fondatori di Padel Training Solutions, decisero di creare un sistema di allenamento individuale, da poter eseguire in piena autonomia e in spazi anche sensibilmente più ristretti di un centro sportivo. Il risultato consiste in una sorta di corsia di allenamento individuale che rimanda al concetto del campo pratica nel golf ma totalmente automatizzato e che consente piani di allenamento personalizzabili in combinazioni pressoché infinite adatte al neofita, all’amatore, all’agonista così come al professionista.
Ma in cosa consiste esattamente questa che i due non lesinano a definire “rivoluzione nel padel training”?
“Alla base c’è una macchina lancia palle basata su tecnologia CNC, in cui ogni singolo componente è stato studiato e realizzato ad hoc per garantire una performance che nessun altro sistema attualmente in commercio è in grado di offrire” ci dice Andrea Casale, un passato da chef (con il suo Bistrot 23 ha partecipato anche al celebre programma “Quattro Ristoranti”) e un presente/futuro con idee ben chiare nel mondo del padel.
“Il sistema è integrato in un campo modulabile in base alle necessità spaziali del singolo utente: L’unico elemento imprescindibile è la lunghezza di 10 metri del lato del campo da cui proviene la palla (esattamente come un normale campo da padel) mentre la larghezza dell’intero campo e la lunghezza del lato dove insiste il giocatore possono variare in base alle esigenze. Le dimensioni standard, frutto di uno studio approfondito, sono di mt. 16x5, ideali per allenare tutti i colpi di volo e quelli al rimbalzo “diretto” e per un’installazione in luoghi di metratura e altezza ridotte”.
Sostanzialmente quindi, con Smart Padel Trainer, si può allenare qualsiasi colpo diretto, manca però un elemento importante di questo sport: Il gioco con la parete. Non è un limite che vi preoccupa?
Ci risponde Simone Vellucci, da anni nel mondo degli arredi e delle forniture sportive e ora lanciato in questo ambizioso progetto insieme all’amico fraterno:
“Non ci preoccupa perché Smart Padel Trainer nasce principalmente per superare alcuni ostacoli che hanno finora impedito al padel di approdare in molti ambienti per via di dimensioni, peso, necessità di permessi e di altezza proprie di un campo tradizionale. Per farlo, qualche compromesso era necessario. I materiali utilizzati per la struttura sono enormemente più leggeri rispetto a quelli utilizzati per un campo da padel e trasporto e montaggio avvengono in modo molto più semplice e rapido (uno Smart Padel Trainer, smontato, entra in un furgone mentre per trasportare un campo serve un bilico, ndr). Inoltre, la struttura poggia su una pedana in legno, non serve il cosiddetto “massetto”. Insomma, venendo al punto, in questa soluzione abbiamo voluto lasciare “vuoto” lo spazio alle spalle del giocatore per dare maggiore libertà di installazione: Possono bastare anche solamente 2-3 metri oltre la rete per un allenamento sufficientemente performante. Inoltre, questa struttura leggera, che produce un rimbalzo della palla fedele al 95% a quello dei vetri tradizionali, non avrebbe la portata strutturale per sopportare tutti gli urti che conseguono al gioco con i colpi da parete”.
E poi avete trovato la soluzione per chi non vuole rinunciare ad allenare neanche un colpo…
“Esatto”, interviene di nuovo Andrea:
“Abbiamo lavorato a un secondo prodotto per chi volesse un campionario di colpi totale: Si chiama Smart Padel Conversion e permette di trasformare un campo tradizionale nel nostro sistema di allenamento. La modalità è molto semplice e consta di poche ore di lavoro: Viene sostituito il vetro centrale in una delle due metà campo con un pannello in policarbonato ad alta densità forato (rimbalzo della palla pressoché identico ad un vetro temperato o stratificato) a cui è attaccata, esternamente, la cabina contenente il robot lancia palle dello Smart Padel Trainer. Semplicemente tappando il foro sulla parete, si potrà continuare a utilizzare il campo in modo tradizionale”.
Insomma, con questo sistema di allenamento un giocatore può rendersi totalmente indipendente e impiegare molto meno tempo rispetto a una partita per affinare la sua tecnica ma questo non sacrifica il ruolo dei maestri?
Su questo aspetto la risposta di entrambi è unisona:
“Tutt’altro, crediamo che questo sistema possa diventare un grande alleato dell’istruttore che può limitare la sua presenza in campo (vantaggio notevole per chi è abituato a lanciare palle e correre anche 10 ore al giorno) e concentrarsi sull’esecuzione del colpo da parte dell’allievo osservandola più da vicino e da diverse angolazioni. Immaginando una schiera di più Smart Padel Trainer affiancati, l’istruttore è in grado di seguire contemporaneamente tutti gli allievi e intervenire, quando opportuno, sul singolo mettendo in pausa l’allenamento. Il risultato è quindi una lezione collettiva e individuale allo stesso tempo: L’istruttore riesce ad occuparsi di più allievi contemporaneamente ma gli allievi possono lavorare su piani di allenamento differenti e senza essere soggetti ai tempi di attesa di una lezione collettiva”.