Tour de France, gioia Bardet: "Una tappa folle, ma..."

È la prima volta per il francese che il prossimo anno disputerà il Giro d’Italia, il Delfinato e poi lascerà
Tour de France, gioia Bardet: "Una tappa folle, ma..."© /Agenzia Aldo Liverani Sas

La storia si fa un pezzetto per volta. Partendo da Firenze alla volta di Nizza, il Tour de France ha aperto un capitolo inesplorato della propria epopea. Un fiume di tifosi e persone ha unito Firenze e Rimini, mescolando all'onda gialla il verde dell'Appennino tosco-romagnolo. La storia nel ciclismo di Romain Bardet è quasi agli sgoccioli, come lo scalatore francese e la sua Dsm-firmenich PostNl hanno svelato pochi giorni fa. Nel 2025 il transalpino sarà al via del Giro d'Italia e al termine del Giro del Delfinato lascerà la strada per dedicarsi al gravel. Con un afflato di romantico revanscismo, la Grande Boucle sul suolo italiano restituisce la maglia gialla ad un francese per la prima volta dal 2021, quando Julian Alaphilippe in maglia iridata si impose sul traguardo di Landerneau.

Bardet si veste di giallo

Dopo una vita passata ad inseguire il Sacro Graal del Tour, schiacciato da attese e promesse non mantenute dopo quel secondo posto alle spalle di Froome sul podio dei Campi Elisi nel 2016, Bardet si veste di giallo per la prima volta in carriera al termine di un'azione nata da una sua coraggiosa intuizione, mentre in gruppo ci si guardava in cagnesco e poco più, concretizzata grazie al supporto fondamentale del compagno di squadra Frank Van den Broek, nome che per affinità di pronuncia rimanda al talento spremuto e maledetto di Frank Vandenbroucke. Olandese 23enne l'eroe di giornata (premiato con la prima maglia verde e il premio combattività), vallone il compianto diamante grezzo del ciclismo belga scomparso nel 2009. Nel sorriso spigoloso ma pulito di Bardet c'è tutto il bello di un vernissage del Tour che, molti erano pronti a giurare, sarebbe stato spettacolare e ricco di azione tra i big di classifica.

Cavendish in difficoltà

I sogni degli appassionati si scontrano con la realtà del gruppo, ma pure con temperature e umidità del cuore d'Italia. Un forno a cielo aperto dove i velocisti finiscono per cuocere a puntino già sulla prima salita del giorno, il Valico Tre Faggi. Il conto più salato lo paga Mark Cavendish, il primo a staccarsi dal gruppo e tenuto a galla dalla sua Astana Qazaqstan (che perde comunque Michele Gazzoli, il primo ritirato di questo Tour) fino al taglio del traguardo a quasi 40 minuti da Bardet (tempo limite a 49'11”). Una scoppola, rimediata in compagnia di Fabio Jakobsen, stessa squadra della maglia gialla. Poco più avanti Groenewegen, Philipsen, Gaviria, Mozzato, Matthews, Coquard e De Lie. A quasi 20 minuti Van der Poel, a mezz'ora Gaudu e Lenny Martinez, entrambi con timide ambizioni di classifica.

La gara di Bardet

Gli uomini classifica, quelli veri, tutti nel gruppo di testa. Tadej Pogacar – accolto come una popstar dal pubblico fiorentino alla partenza – s’è divertito a sprintare fino al quarto posto dietro Van Aert (bentornato), Evenepoel ha controllato chiudendo ottavo, Vingegaard ha battezzato il ritorno alle corse con una giornata di ordinaria tranquillità. Ogni rosa, però, ha le sue spine. Il talento dell’Uae Emirates Juan Ayuso è finito in fondo al gruppo, richiamato pure dall’ammiraglia. Jan Hirt, compagno di Evenepoel, è caduto prima della partenza urtato dallo zaino di uno spettatore, rompendosi tre denti e regalandosi una giornata d’inferno. A terra anche Wilco Kelderman, vagone di valore del treno per le montagne della Visma-Lease a Bike capace comunque di chiudere subito dietro il gruppo di testa. Le emozioni, quelle vere, sono tutte di Romain Bardet: superata la festa pantaniana del Barbotto e scollinato il San Leo, il francese scatta a 50 chilometri dal traguardo. Dopo poco ritrova Van den Broek, in fuga dalle prime pedalate. Prova a riprenderli Healy, che rimbalza. Visma, Lidl-Trek e Ef («Qualcosa abbiamo sbagliato» ammette Bettiol, decimo) organizzano invano l’inseguimento nel continuo saliscendi romagnolo, che si ferma a quella manciata di secondi protetta fino al traguardo. Mani sul casco al taglio del traguardo per entrambi. Da non crederci. La storia si fa anche così.

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