Tadej Pogacar cercherà di consolidare la sua posizione nella leggenda del ciclismo cominciando dal Piemonte. Benché non sia ufficiale, quasi sicuramente il fuoriclasse sloveno parteciperà alla prossima Vuelta a Espana (totale 3.151 km) che nelle prime quattro giornate rappresenterà una vetrina importante per il Piemonte. Pogacar, 26 anni, vanta già tre successi al Tour de France e uno al Giro d’Italia. Gli manca solo la Vuelta per emulare Merckx, Gimondi, Hinault e gli altri grandi che in carriera hanno vinto almeno una volta ogni grande giro. La Vuelta che scatterà il 23 agosto con la Venaria Reale-Novara di 183 chilometri, una delle tre tappe adatte ai velocisti, festeggerà i 90 anni di vita ed è l’edizione numero 80. Non parteciperà Primoz Roglic, dominatore nell’ultima edizione, l’avversario principale di Pogacar potrebbe essere Remco Evenepoel. La prima giornata prevede ritrovo alla Reggia di Venaria e il chilometro zero nel territorio di Torino. La Aso ha presentato la prossima Vuelta ieri a Madrid in presenza del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e dell’assessore allo Sport regionale, Marina Chiarelli. La Regione Piemonte ha avuto un ruolo determinante per assicurare all’Italia la partenza di un altro grande Giro. Tra le 21 tappe ben 11 termineranno su salita di piccola o grande difficoltà. Quelle di alta montagna saranno 5. La quinta tappa a Figueres sarà una cronosquadre (20 chilometri). E l’unica crono individuale sarà la diciottesima tappa (26 km) a Valladolid.
Il percorso della Vuelta del Piemonte
Nelle quattro tappe piemontesi la Vuelta transiterà in 137 Comuni, di cui 73 nella provincia di Torino. Il probabile partecipante Pogacar potrà sbizzarrirsi già nella seconda tappa, Alba-Limone Piemonte (157 km) con arrivo a quota 1381, e il 25 agosto la tappa numero tre si snoderà da San Maurizio Canavese a Ceres (139 chilometri), con traguardo a 705 metri. Nella Valle di Lanzo non si saprà chi trionferà a Madrid il 14 settembre, tuttavia già si conosceranno i nomi dei vip costretti a smistare le speranze sui successi di tappa o classifiche alternative. Il 26 agosto la “Vuelta a Piemonte” terminerà con la Susa-Voiron (Francia), 192 chilometri con 3 passi alpini. Poi corridori e staff tecnici voleranno a Figueres per la cronosquadre. La mancanza del giorno di riposo per il volo verso la Spagna susciterà polemiche nel gruppo, anche perché la sesta tappa (170 km) con epilogo ad Andorra e la successiva (187) a Huesca La Magia comprendono salite. La nona (195) con epilogo in quota a Estacion de Esqui de Valdecaray anticiperà il primo giorno di riposo (1 settembre). Chi non ama la salita dovrà temere l’undicesima a Bilbao (167) e soprattutto la numero 13 con arrivo all’Angliru dopo 202 km. Si salirà da La Vega, 12,6 km di ripide pendenze. E il giorno dopo i chilometri saranno solo 135, però con arrivo ad Alto de Farrapona. La tappa 17 (137) finirà ad Alto de Morredero. L’otto settembre sarà l’altro giorno di riposo.
Come spesso accade, pure il Giro di Spagna 2025 si deciderà al penultimo giorno: la tappa (156 km) nel finale comprende l’ascensione a Puerto de Navacerrada, quota 1.853, e dopo una picchiata verso valle la nuova impennata ai 2.258 metri della Bola del Mundo. L’ultima tappa di 101 chilometri sarà una passerella: i velocisti superstiti avranno potranno contendersi il traguardo nella capitale. "Due anni fa - afferma Javier Guillen, organizzatore della Vuelta - la grande partenza dall’Olanda garantì un ritorno economico di 40 milioni di Euro, di cui 17 nella città della presentazione squadre". Il presidente Cirio è fiducioso: "Puntiamo ad introiti maggiori e soprattutto ad incrementare i turisti stranieri nel nostro Piemonte. L’anno scorso i soli spagnoli che pernottarono in Piemonte furono 83.000, numero che grazie alla Vuelta può essere superato".