Gli ori d'Italia: Villa, la scommessa vinta di Consonni e Guazzini

Il trionfo in pista nella Madison nasce grazie all'intuizione di proporre una coppia inedita. "E le ragazze sono pronte al 2028"
Gli ori d'Italia: Villa, la scommessa vinta di Consonni e Guazzini© AFP

Se c’è una medaglia olimpica che racchiude l’essenza dell’italianità, è quella di Chiara Consonni e Vittoria Guazzini. Per come ci vedono gli stranieri non c’è niente di più italiano del nostro gesticolare e, tra tanti gesti, quello che ci identifica più di tutti lo ha mimato Chiara Consonni dopo aver conquistato l’oro a Parigi: che cosa abbiamo fatto? Che cosa abbiamo fatto? Questa la domanda ripetuta con quelle dita racchiuse.

L'impresa più bella

L’oro dell’Italia nella madison è stato l’impresa più bella del ciclismo italiano, che ha iniziato regalando alla spedizione olimpica di Parigi 2024 la prima medaglia (l’argento di Filippo Ganna nella cronometro) e ha chiuso in maniera trionfale nel velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines. Merito di una coppia che ha saputo cogliere il momento giusto, quando ha cercato e ottenuto il giro di vantaggio decisivo per la classifica finale. E, prima ancora, Consonni ha sfruttato al meglio l’opportunità offertale dal ct Marco Villa, quando ha deciso di inserire lei al posto di Elisa Balsamo, reduce da due stagioni flagellate dagli incidenti. E così i campioni olimpici nella famiglia Consonni sono raddoppiati: a Tokyo l’oro l’ha conquistato Simone, con il quartetto dell’inseguimento, a Parigi se l’è preso la sorella cresciuta sulla sua scia. Quasi trent’anni lui, poco più di venticinque lei, due vite dedicate al ciclismo che Simone ha scoperto a Brembate (Bergamo) a sei anni e Chiara l’ha sperimentato di conseguenza. Entrambi hanno conquistato i loro successi più importanti in pista, con il quartetto dell’inseguimento (con cui Simone a Parigi ha ottenuto il bronzo, per poi prendersi anche l'argento nella madison in coppia con Elia Viviani), ma dopo i titoli europeo e mondiale per Chiara a Parigi c’è stato un quarto posto che ha lasciato spazio a mille “se”.

Un déjà-vu per Vittoria

Per spazzarli via di slancio ha cercato l’oro nell’americana con Vittoria Guazzini. Pure Vittoria era reduce dalla fatica dell’inseguimento e non solo da quella. Nell’aprile 2023, mentre faceva una ricognizione sul percorso della Parigi-Roubaix, Guazzini è caduta rompendosi l’anca. Per lei è stato un déjà-vu, dopo che nel 2021 - in occasione della storica prima edizione femminile della classica del pavé – si era procurata una doppia frattura alla caviglia. I medici hanno inserito due viti per rimettere insieme i pezzi dell’ala iliaca e per lei è iniziata una nuova convalescenza e una nuova e ancora più lunga rincorsa a Parigi. E ancora una volta il direttore tecnico Marco Villa ha puntato sulla ragazza di Poggio a Caiano schierandola nell’inseguimento e nella madison. L’intesa con Consonni non è stata certo un problema, consolidata negli anni in decine di raduni nel velodromo di Montichiari e pure in strada, cresciute entrambe (come la stessa Balsamo) nel vivaio della Valcar prima di essere ingaggiate nel World Tour.

Le parole di Villa

«L’idea per la madison è sempre stata Guazzini-Balsamo – spiega Villa – poi negli ultimi due mesi non hanno mai potuto correre insieme e nemmeno provare. Così a Gand Guazzini e Consonni hanno fatto bene e vinto una gara di categoria 1». Si sono gettate così le basi del successo di Parigi, che per Villa è il terzo di fila. Se nelle ultime tre edizioni dei Giochi Olimpici il ciclismo italiano è sempre tornato con una medaglia d’oro lo deve a lui e alla pista: Elia Viviani nell’omnium a Rio 2016, il quartetto dell’inseguimento maschile a Tokyo e ora Chiara Consonni e Vittoria Guazzini nella madison. E le basi sono solide anche per Los Angeles 2028, proprio a partire dalle donne. Parola di Villa: «Se con una preparazione precaria le ragazze dell’inseguimento sono arrivate al quarto posto, invito tutti a crederci perché queste ragazze sono giovani e possono puntare tranquillamente ai prossimi Giochi».

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