“Pantani ucciso dal potere: vi spiego come hanno truccato la provetta”

La commozione di papà Paolo: “Me lo hanno distrutto. Il mio Marco è ancora seguito in tutto il mondo”

Associazione di stampo mafioso finalizzata alle scommesse e collegata alla morte di Marco Pantani. Questa la direzione verso cui procede la Procura di Trento nella nuova inchiesta aperta per far luce sull'ombra della Camorra sulle scommesse clandestine nel Giro d'Italia del 1999 e sul mistero del test antidoping di Pantani che, si ipotizza, sia stato alterato per fermare la vittoria che il Pirata aveva già in tasca. Una vicenda nata e poi proseguita tra le ombre dalle 6.30 del 5 giugno 1999 con i medici dell’Uci (Unione ciclistica internazionale) entrati nella stanza del Pirata, al secondo piano dell’Hotel Touring di Madonna di Campiglio, per un controllo antidoping pieno di misteri, ripetuto anche nel pomeriggio ad Imola con il Pirata ormai fuori dal Giro.

La riapertura del caso Pantani

La pm della Dda trentina Patrizia Foiera, sta lavorando sulla ricostruzione, anche vagliata dalla Commissione Antimafia, già emersa nel 2014 in un fascicolo poi archiviato, e sulle rivelazioni shock di Renato Vallanzasca a cui era stato detto da un detenuto di scommettere sull'esclusione del Pirata dal Giro del 1999. Continua dunque la ricerca della verità da parte dei genitori di Marco, sia su quella corsa in rosa di fine millennio, sia sulla drammatica morte del proprio figlio, scomparso il 14 febbraio 2004 in un hotel di Rimini. E proprio il papà Ferdinando “Paolo” Pantani, da sempre accanto alla moglie Tonina in questa battaglia per la giustizia, ha rilasciato le sue parole a La Repubblica a seguito delle novità emerse negli ultimi giorni.

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Le parole di papà Paolo 

"Il mio Marco è ancora seguito in tutto il mondo e sono tantissime le persone che gli hanno voluto bene - racconta commosso - che si sono esaltate con le sue imprese e che ne parlano ancora. Me l’hanno distrutto e fatto fuori per una questione di miliardi. È stato distrutto nel ’99 perché si stava ripetendo e stava rivincendo il Giro dando minuti agli altri. L’ha distrutto il potere: la camorra e il suo giro di scommesse clandestine. Avevano scommesso tutti su Marco, sarebbero saltati in aria". Sul test antidoping è questa la spiegazione di Paolo Pantani: "Gli hanno fatto l’esame un’ora dopo l’orario dichiarato e hanno tenuto la provetta al riscaldamento della macchina per alterarne il contenuto. Aveva già fatto 4 esami, aveva 47-48. Quel giorno gli hanno trovato 52".

L'omaggio del Tour

"Marchino amava questa corsa sono i suoi tifosi a farci andare avanti in questa battaglia", ha detto mamma Tonina nella premiazione del Tour de France prima della seconda tappa, a Cesenatico, occasione per tutti i sostenitori di Pantani di ritrovarsi a migliaia con bandiere e scritte per Marco. "Le contraddizioni intorno al caso sono evidenti sin dall’inchiesta di Forlì del 2016, ora stiamo utilizzando elementi mai adeguatamente valutati in precedenza", spiega l’avvocato di mamma Tonina, Fiorenzo Alessi, con la speranza che la giustizia nei confronti del mitico corridore romagnolo e della sua famiglia possa arrivare il prima possibile.

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Associazione di stampo mafioso finalizzata alle scommesse e collegata alla morte di Marco Pantani. Questa la direzione verso cui procede la Procura di Trento nella nuova inchiesta aperta per far luce sull'ombra della Camorra sulle scommesse clandestine nel Giro d'Italia del 1999 e sul mistero del test antidoping di Pantani che, si ipotizza, sia stato alterato per fermare la vittoria che il Pirata aveva già in tasca. Una vicenda nata e poi proseguita tra le ombre dalle 6.30 del 5 giugno 1999 con i medici dell’Uci (Unione ciclistica internazionale) entrati nella stanza del Pirata, al secondo piano dell’Hotel Touring di Madonna di Campiglio, per un controllo antidoping pieno di misteri, ripetuto anche nel pomeriggio ad Imola con il Pirata ormai fuori dal Giro.

La riapertura del caso Pantani

La pm della Dda trentina Patrizia Foiera, sta lavorando sulla ricostruzione, anche vagliata dalla Commissione Antimafia, già emersa nel 2014 in un fascicolo poi archiviato, e sulle rivelazioni shock di Renato Vallanzasca a cui era stato detto da un detenuto di scommettere sull'esclusione del Pirata dal Giro del 1999. Continua dunque la ricerca della verità da parte dei genitori di Marco, sia su quella corsa in rosa di fine millennio, sia sulla drammatica morte del proprio figlio, scomparso il 14 febbraio 2004 in un hotel di Rimini. E proprio il papà Ferdinando “Paolo” Pantani, da sempre accanto alla moglie Tonina in questa battaglia per la giustizia, ha rilasciato le sue parole a La Repubblica a seguito delle novità emerse negli ultimi giorni.

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