"Pantani è innocente": quel titolo di Tuttosport di 25 anni fa oggi è più che mai attuale

La Procura di Trento indaga su un presunto giro di scommesse clandestine legate alla camorra che puntava a boicottare la vittoria finale di Marco al Giro d'Italia '99. Dopo un quarto secolo, forse, finalmente conosceremo la verità sul Pirata vergognosamente cacciato dal Giro, ma era pulito
"Pantani è innocente": quel titolo di Tuttosport di 25 anni fa oggi è più che mai attuale

C'è un titolo d'apertura della prima pagina di Tuttosport del 6 giugno 1999 che è tornato prepotentemente d'attualità in questi giorni. "È innocente!". Pantani cacciato dal Giro, ma era pulito". Dopo Un quarto di secolo, forse, finalmente, grazie alla Procura di Trento che ha riaperto le indagini, conosceremo la verità su Marco e sulla vergognosa cacciata dal Giro d'Italia che stava dominando, perfettamente pulito. Al contrario, adducendo valori dell'ematocrito superiori alla norma, il Pirata subì una indecente ingiustizia e a nulla valse la strenua difesa del campione che protestò inutilmente la sua innocenza. Al contrario di altri che, sino a Campiglio idolatravano Pantani scrivendo quanto pedalasse nella leggenda, salvo scaricarlo come un pacco postale in nemmeno ventiquattro ore e ricoprendolo di fango, Tuttosport si schierò subito dalla parte di Marco, convinto più che mai della sua estraneità.

Vallanzasca

Ha scritto Tuttosport: "Se Pantani avesse vinto il Giro, il banco sarebbe saltato. E la camorra avrebbe dovuto pagare diversi miliardi in scommesse clandestine e rischiava la bancarotta". È quanto riferito da un collaboratore di giustizia eccellente ai carabinieri e riportato nei verbali della Commissione antimafia di cui LaPresse ha preso visione, che indagavano sulla morte di Marco Pantani. Ora quelle dichiarazioni, unitamente alle rivelazioni di Renato Vallanzasca, al quale era stato detto da un detenuto di "scommettere sull'esclusione di Pantani dal Giro", sono il perno della nuova inchiesta della Procura di Trento. "Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista" è l'ipotesi di reato su cui indaga la pm Patrizia Foiero che, nei prossimi giorni, ascolterà una decina di persone informate sui fatti. Sotto la lente, la frazione di Madonna di Campiglio del Giro d'Italia, addì 5 giugno 1999. Il Pirata, a due tappe dal termine, era saldamente in testa alla classifica con quasi 6 minuti di vantaggio. Ma la mattina del 5 giugno i controlli antidoping risultarono positivi: c'è il sospetto della "manipolazione" ad opera della camorra per mettere fuori gioco il campione. "Già parecchio tempo prima rispetto al giugno 1999, era noto alla popolazione carceraria di origine campana che Pantani sarebbe stato escluso dal Giro, poiché tale manifestazione era condizionata dall'intervento di un clan camorristico", avrebbe confermato Renato Vallanzasca prima dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute.

Orario sbagliato

"Un primo profilo di criticità attiene alla individuazione dell'orario del prelievo ematico effettuato su Marco Pantani a Madonna di Campiglio: 8.50 secondo gli atti giudiziari, 7.46 nelle certificazioni dell'Uci. Su tale questione si ravvisano carenze investigative. E poi le dichiarazioni dei medici non sono risultate tra loro coerenti: contraddizioni sono emerse in ordine alle persone presenti al prelievo, alle circostanze relative alla comunicazione degli esami, alla obbligatorietà dell'applicazione del laccio emostatico e all'applicazione del medesimo a Marco Pantani". Questo il contenuto delle conclusioni della Commissione antimafia, di cui LaPresse ha preso visione, sulle "risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani ed eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che ne determinarono la squalifica nel 1999".

Mamma Tonina

Da una parte le pressioni della signora Tonina, la mamma di Marco Pantani, durante le indagini eseguite in seguito alla morte del Pirata; dall'altra le rivelazioni di Renato Vallanzasca. Questa è l'architrave sulla quale poggia la nuova indagine della Dda di Trento. La sostituta procuratrice ha interrogato Vallanzasca nel carcere di Bollate e, come apprende LaPresse, nei prossimi giorni saranno ascoltate altre persone informate sui fatti, a partire dagli ex compagni di squadra di Pantani".

Provette non sigillate

Ha ricordato Il Fatto Quotidiano: “Le verità consegnate non sono soddisfacenti, né per la cosiddetta squalifica, o meglio sospensione al Giro, né per le vicende che portarono alla morte del ciclista Marco Pantani”. Queste le parole (risalenti al 2022) del senatore M5S Giovanni Endrizzi, coordinatore del Comitato preposto tra i lavori della commissione Antimafia. “Noi abbiamo verificato che questi protocolli erano lacunosi, non rispettati nella prassi. Basta soltanto pensare a come non fosse prevista nemmeno la sigillazione delle provette”. Ora, il caso è stato riaperto". Pantani e i suoi genitori, i milioni di tifosi che l'hanno amato e lo amano ancora oggi e per sempre, hanno il diritto di avere giustizia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...