Pogacar, potenza e umanità: vola ai limiti del possibile

Lo sloveno ha concluso il Giro in trionfo a Roma e ha reso indimenticabile ogni tappa del suo primo successo in rosa
Pogacar, potenza e umanità: vola ai limiti del possibile© LAPRESSE

Al capolavoro mancava solo la firma. È arrivata a Roma, mentre il sole dava l'illusione dell'eternità al suo autore. Le pennellate, giorno dopo giorno, hanno dato forma a un'opera irripetibile. Colpi di pedale come tracce vigorose sulla tela, attacchi decisi come scatti d'intuizione che sanno cambiare vite, ispirare esistenze, creare mondi. Tadej Pogacar è l'artista capace di colorare di rosa il mondo, tutto ai suoi piedi. Ha dominato conquistando il cuore del pubblico, ha trionfato senza bisogno di fanfare e lustrini, riuscendo a riempire con il suo naturale carisma quei trionfi che solo ad un occhio distratto possono sembrar prodotto industriale, da automa. A Roma si è chiusa la prima parte del suo viaggio, a Firenze il prossimo 29 giugno inizierà la successiva. Il suo primo Giro d'Italia - conquistato con sei vittorie di tappa, venti giorni in maglia rosa e con distacchi in generale che richiamano, se non il ciclismo dei pionieri, almeno quello che ormai esiste solo negli almanacchi – è un qualcosa che va letto in prospettiva, come solo i grandi artisti riescono a fare.

Pogacar, la doppietta Giro-Tour

Immaginare l'impossibile, realizzare l'imponderabile. E, soprattutto, armonizzarlo con ciò che gli starà attorno.
Nella testa di Tadej Pogacar realizzare la doppietta Giro-Tour è diventata una missione, un qualcosa cui modellare attorno la propria vita e di chi gli sta attorno. Ha modificato i suoi materiali, ha scelto un nuovo allenatore - lo spagnolo Javier Sola -, ha lavorato sulla sua posizione a cronometro, ha rivoluzionato il suo calendario stagionale riducendo il numero di giorni gara (10) prima della partenza di Venaria Reale al Giro d'Italia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Adesso, il programma è chiaro: dopo una settimana di vacanza e meritato riposo, ce ne saranno tre di allenamento in altura a Isola 2000 prima del Grand Depart del Tour a Firenze.

Pogacar domina il Giro d'Italia

Eppure c'è molto di più nel successo di Pogacar di un semplice piano ben eseguito. La forza dello sloveno nel conquistare il suo primo Giro d'Italia sta proprio nell'aver reso la corsa indimenticabile per tutti. Per chi tra anni la leggerà attraverso i numeri e i distacchi che ha inflitto ai rivali, ma anche per chi l'ha vissuta passo dopo passo. Ha regalato immagini di una forza e di un'umanità tale da restare nell'immaginario collettivo, insieme ad un clima d'emozione perenne che ha accompagnato la corsa di giorno in giorno. Ogni volta la domanda era fin dove si sarebbe spinto, cosa si sarebbe inventato, dove avrebbe attaccato. Senza piani tattici sofisticati, ma seguendo talento e istinto, consapevole di viaggiare su binari alternativi al resto del gruppo. Ha divertito i tifosi, ma non ha mancato di rispetto agli avversari. Tadej Pogacar ha nobilitato il Giro, elevandolo dalle secche di uno stallo all'italiana come nell'edizione ingessata di un anno fa, quando servì la cronoscalata al Monte Lussari per riempire d'emozione il cuore degli appassionati.

Pogacar come Pantani

Ci sarà tempo per dividersi tra gli adulatori entusiasti e gli insoddisfatti perenni, tra chi Pogacar uber alles e chi che barba, che noia questo dominio perenne. Godersi il Giro d’Italia, anche e soprattutto grazie a Tadej Pogacar, non è mai stato così semplice. Adesso al Tour l’asticella di difficoltà si alzerà notevolmente, ma la grandezza del piano sta anche nella sua complessità. Quando Marco Pantani veniva osannato ai Campi Elisi il 2 agosto 1998, celebrato e accompagnato sul podio in maglia gialla da Felice Gimondi, lo sloveno non era neppure nato. A Komenda, un fiocco azzurro sarebbe spuntato alla porta di casa Pogacar giusto 50 giorni dopo. Il Pirata è stato l’ultimo a centrare la tanto agognata doppietta ma mai come quest’anno quell’ultima volta, quella patina nostalgica e in qualche modo rassicurante sembrano vacillare. Potenza di Tadej.

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