Schwazer, gara d'addio tra sciatalgia ed emozione: "Atleta per sempre"

Il marciatore italiano è tornato in pista dopo la lunga squalifica di 8 anni nonostante il mal di schiena: "Volevo salutare i miei sostenitori e farmi vedere almeno una volta dai miei figli"
Schwazer, gara d'addio tra sciatalgia ed emozione: "Atleta per sempre"

Alex Schwazer si concede l'addio davanti i propri sostenitori. Il marciatore italiano è tornato in pista dopo 8 anni di assenza causa squalifica per doping (contestata), per disputare la sua ultima gara in carriera. Il termine ultimo del provvedimento emanato dal Tas è scaduto l'8 luglio. L'altoatesino ha così preso parte all'evento a lui dedicato "QAlex20k", tenutosi il 19 luglio ad Arco (Trentino), non riuscendo però a completare la gara a causa di un forte mal di schiena - il circuito è stato poi interessato da rovesci di pioggia - .  I tifosi presenti non hanno comunque mancato di omaggiare l'oro olimpico a Pechino 2008 durante la marcia di 20 km che avrebbe previsto 50 giri di pista, che pur non essendo contabilizzati nel ranking internazionale sarebbero stati comunque certificati per le graduatorie Fidal. Prima dell'inizio, Schwazer aveva dichiarato "Dopo otto lunghissimi anni dalla mia ultima gara, tornerò a marciare. I miei figli, Ida e Noah, mi vedranno gareggiare per la prima volta e ne sono immensamente felice! Sarà una festa per tutti gli atleti, i tifosi e per le famiglie che saranno presenti".

Schwazer: "Si resta Atleti per sempre"

"Ultima gara da atleta? No, atleti si resta sempre. È una cosa che hai dentro, come un artista, un musicista, sei atleta dentro - ha dichiarato ai microfoni Sky al termine della gara - . Non è stata semplice la gara oggi e non sono stati semplici gli otto anni passati. Oggi volevo esserci a tutti i costi, non aveva senso a livello prestativo, perché ero fermo da tre settimane, ma volevo esserci per i miei bambini, perché volevo vedessero cosa ho fatto per tanti anni. Non mi avevano mai visto. Sono arrivato fin dove sono riuscito".

"Ovviamente avrei voluto fare le Olimpiadi, ma ci tenevo soprattutto per i bimbi e per chi mi ha sostenuto in questi anni.Volevo indossare il pettorale un'ultima volta ed esserci. Non avevo detto a nessuno di questo dolore perché altrimenti mi avrebbero impedito di fare la gara. Nonostante il dolore allucinante è stato bello vedere tante persone venute da tutta Italia e dall'estero per sostenermi. Era da brividi, incredibile passare sotto la tribuna. Ormai questo è un hobby, faccio un altro lavoro. Ma risentirsi atleta dopo otto anni è stato bello", ha concluso Schwazer.

Il messaggio social

Questo il messaggio pubblicato dall'atleta azzurro sui propri profili social il giorno in cui sono scaduti i termini della squalifica. "Scade il termine della ingiusta squalifica che ho dovuto scontare per intero. Mi auguro che a nessun atleta venga mai riservato il trattamento che ho dovuto subire in tutti questi otto anni per difendere e tutelare il mio onore e la mia dignità, per provare la mia innocenza, per cercare di ottenere giustizia e per dimostrare la verità". "Ringrazio tutti quelli (pochi) che mi sono stati vicini in questo doloroso (ed infernale) percorso, quelli che non mi hanno mai abbandonato, quando sarebbe stato facile farlo, quelli che hanno lottato con me e sofferto assieme a me per l'ingiustizia che dovevo sopportare e per il trattamento che mi veniva riservato. Ringrazio, infine, quelli (molti) che dopo aver compreso la mia innocenza ed estraneità ai fatti di cui ero stato accusato, mi hanno fatto sentire (seppur a distanza) il loro affetto e vicinanza, grazie".

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