Alex Schwazer, la prima marcia dopo la squalifica sarà anche l'ultima

Annunciata la data della prima gara dell'atleta dopo la pena infittagli per doping: i dettagli

Alex Schwazer, dopo aver scontato una squalifica di otto anni per doping, tornerà alle gare per un'ultima volta il 19 luglio ad Arco, in Trentino, in una competizione di 20 chilometri denominata 'QAlex 20k'. L'evento è stato organizzato da Queen Atletica, che ha accolto con entusiasmo la richiesta del marciatore altoatesino di organizzare la sua gara di ritorno, che al contempo rappresenta anche quella di addio. Lo sportivo era stato squalificato nell'agosto del 2016 dal Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) durante le Olimpiadi di Rio de Janeiro per aver assunto sostanze vietate per la seconda volta. Queen Atletica ha dichiarato che la decisione di organizzare l'evento è stata presa per l'empatia nei confronti della vicenda di Alex, ma anche per l'amicizia con il professor Sandro Donati, allenatore di Schwazer dal 2015, e per l'amore per l'atletica.

Alex Schwazer, le parole di Donati

Ci sarà una vera e propria festa con cui Alex saluterà il mondo dell'atletica davanti alla sua famiglia e a tutti gli amici che vorranno intervenire. L'ingresso sarà libero e ulteriori dettagli dell'evento saranno disponibili nei prossimi giorni. La gara, che si terrà alle 19, sarà parte di un meeting regionale sotto l'egida della Fidal e con una giuria regolare di marcia. Sandro Donati ha commentato l'evento con entusiasmo, sottolineando: "L'idea di Alex, di salutare tutti con una trasparente gara in pista, è bellissima e rispecchia la sua sportività ma soprattutto testimonia che è vivo, non sopraffatto dall'ingiustizia".

Il messaggio social di Alex Schwazer

Per annunciare la fine del suo calvario e la fine della pena che gli è stata inflitta per doping, nei giorni scorsi sui social lo sportivo ha scritto un lungo post dove si legge: "Mi auguro che a nessun atleta venga mai riservato il trattamento che ho subito io. Ringrazio tutti quelli (pochi) che mi sono stati vicini in questo doloroso (ed infernale) percorso, quelli che non mi hanno mai abbandonato, quando sarebbe stato facile farlo, quelli che hanno lottato con me e sofferto assieme a me per l'ingiustizia che dovevo sopportare e per il trattamento che mi veniva riservato". Ed ancora: "Ringrazio, infine, quelli (molti) che dopo aver compreso la mia innocenza ed estraneità ai fatti di cui ero stato accusato, mi hanno fatto sentire (seppur a distanza) il loro affetto e vicinanza, grazie! Il buio e le tenebre per l'ingiustizia subita faranno ora posto alla luce di un nuovo giorno nel quale potrò accompagnare i miei figli a gareggiare in una piscina o in una pista di atletica senza per questo incorrere in squalifiche (cosa che sarebbe avvenuta fino a ieri)".

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