"Jacobs a Parigi per difendere l'oro, provo Ali in staffetta"

Il responsabile della velocità dell'Italia di atletica Filippo Di Mulo, dopo lo storico 100 metri a Turku di Marcell (9”92) e Chituru (9”96), parla in prospettiva Giochi e 4x100

E adesso si può ancora fare a meno di questo Ali? La domanda è inevitabile dopo quello che è accaduto a Turku: due italiani che corrono i 100 in meno di 10 secondi non si erano mai visti. E se il 9”92 di Marcell Jacobs è il ritorno di un campione nell’élite mondiale, il 9”96 di Chituru Ali è l’inizio di un viaggio ancora tutto da compiere. E la domanda iniziale? Quella si collega ai trionfali Europei di Roma, dove l’Italia era in un formato pigliatutto così straripante che si è potuta permettere di non schierare Ali nella staffetta 4x100 nonostante l’argento sui 100 dello sprinter delle Fiamme Gialle. Sulla pista dell’Olimpico però Ali aveva corso in 10”05 mentre ora, a distanza di pochi giorni, si parla già di quasi un decimo di secondo in meno. A poco più di un mese dalla cerimonia inaugurale dei Giochi di Parigi (con l’atletica in programma dall’1 all’11 agosto) a quel quesito risponde Filippo Di Mulo, il professore catanese che ha portato la velocità azzurra sui podi di Olimpiadi (oro), Mondiali (argento) ed Europei (oro). «A Roma Chituru non ha corso la staffetta per assecondare una richiesta sua e del suo allenatore - spiega Di Mulo - è stata una scelta sofferta perché non si rinuncia a cuor leggero al vicecampione europeo».

E anche a Parigi l’Italia farà a meno di Ali?

«Per Parigi c’è tutta la mia volontà di provare a schierarlo».

Ci sono i tempi e gli spazi per inserirlo in un quartetto già molto rodato?

«Per riuscirci devono realizzarsi due condizioni».

Quali?

«Serve la disponibilità dell’atleta a provare i cambi. E poi deve accettare di correre qualsiasi frazione».

Crede che queste condizioni si possano avverare?

«Il dialogo con Ali e con il suo staff è costante e ottimo. Conosco Claudio Licciardello, il tecnico di Chituru, sin da quando era un ragazzo. È cresciuto allenandosi con me a Catania e ci sentiamo molto molto spesso. Sono convinto che arriveremo a giocarci al meglio tutte le nostre possibilità».

Nelle sue precedenti esperienze con la staffetta azzurra, ai Mondiali di Eugene e agli Europei di Monaco nel 2022, Ali ha sempre corso in ultima frazione. È la sua collocazione naturale?

«Quelle erano staffette con parecchie assenze. Come ho detto, una delle condizioni per entrare nel gruppo è che sia disponibile a correre in qualsiasi frazione. Poi certamente bisogna verificare come se la cava con i cambi. Per questo bisogna vederlo all’opera insieme agli altri».

Quand’è in programma il raduno preolimpico degli staffettisti?

«L'appuntamento è all’Acqua Acetosa dal 21 al 25 luglio, ma le date potrebbero variare in considerazione degli impegni in Diamond League degli atleti».

Sceso per la prima volta sotto i 10 secondi, cosa può fare ancora Ali?

«C’è sicuramente margine. In questa stagione lo immagino scendere molto vicino a 9”90. E nel futuro può fare ancora di più: è un atleta con doti enormi. È entrato in una nuova dimensione sportiva».

E il 9”92 di Jacobs cosa ci dice in chiave olimpica?

«Marcell ha vinto gli Europei con il minimo sforzo e la sua condizione sta crescendo di settimana in settimana. Continuando così a Parigi sarà al top, pronto per difendere il suo titolo sui 100».

Dopo l’oro con cui ha salutato Roma, la 4x100 maschile con quale obiettivo correrà a Parigi?

«Stando ai numeri, sappiamo di poterci ripetere. Certo, ora i Trials olimpici degli Stati Uniti rivoluzioneranno le classifiche stagionali, ma gli Usa schierano sempre i più veloci senza allenarsi sui cambi. Noi invece corriamo sempre con una squadra che, grazie al lavoro sul passaggio del testimone, va più veloce della mera somma dei tempi individuali. Per questo andremo a Parigi per cercare di vincere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...