Un argento che brilla più dell’oro. È la medaglia conquistata ieri mattina nel lungo da Mattia Furlani battuto solo dal greco Milziade Tentoglu, entrambi con la stessa misura: 8,22, ma l’ellenico conquista l’oro grazie secondo miglior salto 8,15, mentre il ragazzo che vola ha di 8,10. È stata una gara fantastica, la prima della seconda giornata di gare ai Mondiali indoor di Glasgow. Entrambi al primo salto venivano misurati a 8,22, al quarto Mattia stampava uno stupendo 810. La risposta del campione olimpico e mondiale valeva 8,15. Botta e risposta che a tratti ha ricordato la finale mondiale di Osaka 2007 tra Andrew Howe e il “feroce” Irving Saladino, combattuta sino all’ultimo respiro, con la vittoria del panamense. Dopo un 8,05 al quinto balzo, all’ultima prova Mattia sparava le ultime cartucce, il salto era lunghissimo, ma palesemente nullo. La classifica finale vedeva i primi tre posti con Tentoglu e Furlani a 8,22, terzo con 8,21 il giamaicano Mc Leod. È questa la seconda medaglia azzurra, che vale moltissimo, visto che Mattia ha solo 19 anni. Ha l’atletica nel sangue, mamma (allenatrice ufficiale) e babbo sono ex atleti, Mattia è stato campione europeo under 18 e under 20, prima alternava il lungo al salto in alto. Ora è dedito solo a imbrattarsi nella sabbia con misure over 8 metri, dove arrivano i campioni. Mattia Furlani solo due settimane fa ha tolto ad Howe il primato italiano al coperto (8,30), con 8,34 ad Ancona. È il più giovane talento medagliato nel lungo, dopo tre bronzi al coperto di Giovanni Evangelisti. «Saltare alle 10 del mattino? Un’esperienza nuova, ho dato tutto - dice Mattia - mentre una lacrima gli bagna una guancia. Dedico questo successo a chi mi ha aiutato, a me stesso, è l’inizio spero di un lungo percorso. Tentoglu? Sapevo che era una brutta bestia, ha esperienza da vendere, sarà un’altra bella sfida a Roma, poi chissà, anche a Parigi». Ora l’attendiamo all’aperto. Ne vedremo delle belle siamo solo all’inizio di un lungo viaggio.
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Simonelli e Dosso show
L’altra medaglia, questa volta ancora più bella, perché inattesa arriva da Lorenzo Simonelli nei 60hs. Un risultato che ha dell’incredibile, dietro a Grant Holloway 7”23. Tre turni per il romano, nato in Tanzania, da padre antropologo. La sua finale è stata qualcosa di fantastico: perfetto l’avvio, la coordinazione tra un ostacolo e l’altro, solo Holloway lo ha battuto, che volere di più se non un nuovo record italiano con 7”43. Simonelli è spuntato lo scorso anno nei 110hs, ha solo 21 anni fa parte della nouvelle vague dell’atletica azzurra che continua sfornare risultati eccellenti in continuazione. «Una medaglia assurda - dice tra le lacrime Lorenzo, allenato da Giorgio Frinolli - sapevo di stare bene, ma non pensavo a questo risultato». E L’ultima gara ci regala un altro risultato clamoroso di Zaynab Dosso, bronzo nei 60 in 7”05, vince la Julien Alfred che rappresenta l’isola St. Lucia in 6”98 davanti alla favoritissima Ewa Swoboda 7”00. Zaynab dalla provincia di Reggio Emila si è trasferita a Roma e pure lei, seguita da Giorgio Frinolli, ha iniziato una nuova era. «Sono senza parole - esordisce Dosso -. Due anni fa ho perso la finale per 2 centesimi. Questa è la rivincita». Arriva anche un record del mondo nella rassegna da parte di quel fenomeno che è Femke Bol. Un primato dopo tre turni è qualcosa di prestigioso. L’olandese al comando dal primo all’ultimo metro con la solita leggerezza chiude in 49”17 (prec. 49”24 del 18/2). Emmanuel Ihemeje, ottavo a Budapest, conquista in quinto posto con 16,90 nel triplo.