Deve essere soddisfatta. Nell’ultimo atto della finale del salto in lungo Larissa Iapichino dopo essere atterrata nella sabbia a 6,82, accortasi che il suo balzo non era sufficiente per salire almeno sul terzo gradino del podio, s’è coperta il viso con le mani, trattenendo a stento qualche lacrima.
La ventunenne toscana non ha forse eseguito alla perfezione ciò che babbo Gianni, sgolandosi dalla zona dei tecnici, a pochi metri dalla pedana le consigliava. Larissa alla fine è solo quinta, anche perché nell’ultimo balzo la romena Alina Rotaru-Kotmann, con 6,88 ha fatto il salto della vita e le ha tolto la quarta piazza. Ha trionfato la serba Ivana Spanovic sposata Vuleta con un sontuoso 7,14n miglior misura mondiale dell’anno. Grande agonista con un palmarès di tutto rispetto, per esempio l’oro di Monaco lo scorso anno. L’esperienza conta.
Nel primo salto l’azzurra volava con il naso nella sabbia, lasciando tutti con il fiato sospeso, un balzo, sgraziato e non chiuso, come si dice in gergo, in cui ha pure rischiato di farsi male. Larissa ha sorriso e tutti si sono tranquillizzati. Mentre la serba con 7,07 metteva subito in chiaro le cose, Larissa siglava un 6,73 che era la stessa misura di qualificazione. Qualcosa però non girava, i consigli del suo tecnico non venivano recepiti dalla ventunenne fiorentina. Nel terzo assalto, sbagliava parecchio la rincorsa e con il piede di stacco andava oltre 12cm l’asse di battuta. Mai vista da parte sua, lei capace di siglare gare con tutti salti validi. Ma sbagliati erano anche il quarto e il quinto. E babbo Iapichino urlava. Il rimprovero in qualche modo deve esserle servito, all’ultimo salto, eseguito quasi alla perfezione, con una rincorsa e uno stacco perfetto Larissa è stata misurata in 6,82. L’ultimo balzo a Montecarlo le era valsa la vittoria con un prestigioso 6,95, dopo una gara in cui aveva inseguito sempre la statunitense Tara Davis-Woodhall. L’estrosa saltatrice yankee questa volta è riuscita ad accaparrarsi solo la seconda piazza con 6,91.
A testa alta
Larissa che quest’anno si era imposta in ben tre prove della Diamond League, la prima nel giardino di casa sua, il Ridolfi di Firenze e l’ultima al Louis II del Montecarlo, deve essere soddisfatta della sua stagione, iniziata a marzo a Istanbul negli Europei al coperto dove si era messa al collo l’argento con 6,97. Anche in questo caso con una serie di salti da sballo. In quell’occasione aveva mostrato il migliore sorriso della stagione, ieri sera invece soltanto la delusione dipinta sul viso. «Ho sbagliato tutto, sono un essere umano e anch’io posso sbagliare. Volevo fare tutto alla perfezione, ma non ci sono riuscita. Volevo giocarmi tutto, sono dispiaciuta, è stato come tirarmi la zappa sui piedi.
Forse ho voluto anche un po’ strafare per l’adrenalina della finale. Mio padre Gianni con i suoi consigli ha cercato di darmi una scossa. Questa sorta di sussulto mi è servita per l’ultimo salto. Troppo tardi, avrei dovuto svegliarmi prima e mettere a punto alcune cose. Forse ha pesato la poca esperienza. Mi dispiace, spero di non ricadere in questi errori». L’ultima zampata non è stata, sufficiente per arrivare sul podio, il bronzo a soli 6 centimetri. Si rifarà certamente in tempi brevissimi. Magari all’Olimpico di Roma o sotto la Tour Eiffel, fra meno di un anno.