Con la classe che lo contraddistingue, Giovanni Malagò ha definito «uno schiaffo al buon senso» la decisione dell’ex Iaaf, ora World Athletics, di escludere Jacobs e Tamberi dalla lista dei dieci migliori atleti del 2021. Schiaffo è riduttivo: manco la signora Anna Riccardi, membro ex Iaaf, ha saputo spiegare al capo dello sport italiano chi e in nome di quale criterio abbia fatto fuori l’unico atleta capace di vincere due ori a Tokyo dopo avere stabilito il record europeo nei 60 metri indoor e il saltatore oro olimpico e vincitore della Diamond League. La verità è chiara: questa è una nuova, urticante indecenza perpetrata contro l’Italia dall’organizzazione presieduta da Lord Sebastian Coe. Costui è lo stesso che ha irriso la sentenza di archiviazione delle accuse di doping mosse contro Alex Schwazer, il 20 febbraio scorso giudicato innocente dal Gip di Bolzano, Walter Pelino, «per non avere commesso il fatto». Il verdetto non è bastato all’ex Iaaf per consentire all’olimpionico di Pechino di partecipare ai Giochi di Tokyo, dopo averlo inverecondamente escluso da quelli di Rio, essendo stato Schwazer vittima di una scandalosa manipolazione di provette. Con notevole sprezzo del pudore, a proposito del pronunciamento bolzanino, Coe disse: « È stato un giudizio basato su quelle che possono essere meglio descritte come teorie di manipolazione inverosimili. Amo l’Italia, ma non voglio che sia dalla parte sbagliata della storia. Non voglio che l’atletica leggera italiana venga contaminata. Spero solo che la gente riconosca che questa è una questione importante e che la storia non sarà gentile». Certo, gentili come gli scienziati che hanno stilato le nomination, ignorando la nazione che con 5 ori è stata la seconda forza del medagliere olimpico di specialità, dietro gli Usa che di ori ne hanno conquistati sette. E così gentili da snobbare Jacobs, l’unico a vincere due ori e che, in cinque gare olimpiche, fra batterie e finali, ha stabilito 3 record italiani e 2 europei. A proposito di medaglie. Siamo sempre in attesa che Coe proferisca verbo sull’inglese Chijindu Ujah, argento con i connazionali Zharnel Hughes, Richard Kilty e Nethaneel Mitchell-Blake nella 4×100 vinta dall’Italia. Il 12 agosto scorso, Ujah è stato sospeso essendo risultato positivo alle sostanze proibite SARM S23 e Ostarina. Doping confermato il 14 settembre. Coraggio, barone di Ranmore: non vorrà mica che l’atletica inglese venga contaminata? Intanto, se ha ancora gli attributi che aveva l’altro Coe, oro a Mosca e a Los Angeles nei 1500, li tiri fuori e chieda scusa a Jacobs e a Tamberi.