Il padel è senza ombra di dubbio lo sport del momento e coinvolge tutte le fasce di età della popolazione. Pur non essendo uno sport di contatto, come il calcio o il basket, rischio di infortunio. Soprattutto se chi lo pratica non dedica un po’ di tempo alla prevenzione. Si tratta di uno sport praticato in piccoli campi da tennis racchiusi da pareti, dove gli atleti devono muoversi e colpire la pallina molto rapidamente. Tanti cambi di direzione quindi, ma anche un uso più intenso della racchetta rispetto al tennis tradizionale con conseguente possibile sovraccarico biomeccanico delle strutture muscoltendinee e articolari.
Le cause
Dal punto di vista epidemiologico i principali infortuni del padelista sono secondari a cause di vario tipo:
1) Accidentali: si tratta di lesioni imprevedibili, come scontrarsi con i vetri o colpirsi con la pala. Avere un fisico allenato aiuta a evitarli o quantomeno a riprendersi più rapidamente.
2) Da sovraccarico: quando le nostre articolazioni, muscoli o legamenti non sono sufficientemente allenati per sopportare lo sforzo richiesto. Recenti lavori scientifici sul tema hanno evidenziato come un match molto prolungato o quando si giocano tante partite in un periodo di tempo ravvicinato questa tipologia di infortunio aumenta.
3) Da tecnica scorretta: una meccanica esecutiva non corretta causa movimenti che possono produrre delle lesioni articolari o muscolari. Per questo è importante apprendere una gestualità consona al gioco. Le tendinopatia della spalla, le patologie del gomito e del polso dipendono da vari fattori, tra i quali anche una tecnica approssimativa.
4) Da insufficiente preparazione: spesso si arriva al campo e si comincia a giocare, senza alcun tipo di riscaldamento con conseguente incrementato rischio di lesioni muscolari soprattutto a livello del polpaccio e dei muscoli flessori del ginocchio. Un altro infortunio comune può avvenire al tendine d’Achille a causa delle notevoli sollecitazioni a cui è sottoposto durante i frequenti cambi di direzione. Proprio per questo, se l’atleta non presenta una buona forza muscolo-tendinea, il sovraccarico associato potrebbe determinare vari quadri patologici tra cui una tendinopatia.
5) Da disidratazione: i rischi non sono semplicemente i crampi ma anche contratture e affaticamenti che portano poi a un infortunio più serio che può obbligare ad uno stop prolungato
6) Anche la dorso-lombalgia è tipica di questo sport che prevede frequenti frenate e ripartenze, imponendo continue mobilizzazioni su tutti i pani direzionali e movimenti torsionali ripetuti.
Quale prevenzione?
Per prevenire i problemi di sovraccarico alla catena cinetica dell’arto superiore bisogna utilizzare la pala giusta per il proprio livello di gioco perché se è troppo rigida, con uno sweet spot piccolo, senza ammortizzamento le vibrazioni che ne derivano associate ad una tecnica non perfetta inducono tendinopatie della spalla ,del gomito e del polso . Il rinforzo isometrico dei muscoli intra ed extrarotatori della spalla ed eccentrico dei muscoli flesso estensori del polso hanno dimostrato efficacia preventiva. Per prevenire le patologie da sovraccarico della catena cinetica dell’arto inferiore è consigliabile eseguire con costanza esercizi di stretching statico e dinamico, rinforzo funzionale e mantenere una buona condizione aerobica misurandola periodicamente con un test di soglia metabolica. La prevenzione delle patologie della colonna vertebrale prevede un’attenta valutazione posturale da cui dipende un programma di rinforzo muscolare personalizzato e di miglioramento del controllo neuromuscolare finalizzato a prevenire strategie motorie scorrette. Ma ora... Buona partita!