Edizione 2024 del Leadership Forum: tutti gli interventi

Ecco il report con le dichiarazioni di Boris Becker, Diego Della Valle, Marco Tronchetti Provera, Roberto Bolle, Ginni Rometty, Dan Ariely e di tutti gli altri relatori al Teatro degli Arcimboldi di Milano
Edizione 2024 del Leadership Forum: tutti gli interventi

TORINO - Si è appena concluso il LEADERSHIP FORUM 2024, l’evento organizzato da Performance Strategies che, per due giorni, ha ospitato i più grandi business thinker del panorama globale e del mondo accademico e culturale, fornendo ai più di 1700 presenti - tra top manager, ceo, imprenditori e decision maker, al teatro degli Arcimboldi di Milano - gli strumenti per guidare il cambiamento delle proprie imprese. Dodici relatori internazionali che hanno condiviso con i presenti la loro visione della figura del leader, tra caratteristicheche lo rendono tale, storie di vita vissuta ed esperienze personali, aneddoti dal passato, analisi di dati, ricercheinternazionali e delle sfide che potrebbero trovarsi ad affrontare. Autenticità, talento, condivisione, lungimiranza, resilienza, opportunità di crescita, decision making, generational balancing e good willing. E poi AI e intelligenza artigianale, digital trasformation, management interculturale, sostenibilità, Made in Italy…e spazio anche a qualche considerazione sportiva.
 

Le parole, da Ariely a Misani


Si parte dalla motivazione umana con Dan Ariely, uno dei più interessanti e innovativi esperti di scienze sociali ed economia comportamentale, professore di psicologia ed economia comportamentale presso la Duke University: riprendendo il libro Prevedibilmente irrazionale (edito in Italia da Roi Edizioni), ha guidato i presenti, attraverso esempi concreti, alla scoperta delle logiche nascoste del comportamento umano per ottenere team più motivati e focalizzati sugli obiettivi, tra esplorazione dei nostri limiti e delle nostre buone e cattive abitudini, per aiutarci a pensare a nuove strategie di cambiamento e per costruire un ambiente di lavoro davvero compatibile con il potenziale che ciascuno di noi e realmente progettato per far risplendere.
 
Introdotto da Alessandro Misani, director of operations Milan Meliá Hotel, lo speech di Bill De Blasio, che ha affrontato la sfida della crisi pandemica nella città più popolosa e complessa d’America come sindaco di New York per due mandati (dal 2014 al 2021), ha risposto alla domanda cosa una crisi può fare per i nostri team e le nostre imprese? Attraverso una leadership basata su autenticità, onestà e responsabilità, ogni crisi può diventare un momento strategico per ridefinire mindset e sfide, ridisegnare il significato del lavoro svolto all'interno di team e intere imprese, rifondare e consolidare lo slancio verso un nuovo obiettivo comune. «In un’era fatta di trasparenza, è importante essere un leader onesto, che si concede all’apertura: nei momenti di crisi è più difficile essere trasparenti e ammettere i propri errori. Abbastanza erroneamente, è proprio questa apertura che ci permette di connetterci agli altri».

Roberto Bolle e il talento

Talento, dedizione, passione ed eccellenza come mindset di un’intera vita, in grado di diventare una vera e propria “impresa” sono i protagonisti dell’intervento di Roberto Bolle, il primo a diventare al contempo Étoile della Scala e Principal Dancer dell’American Ballet Theatre di New York, simbolo della danza italiana del mondo. «È fondamentale riconoscere il proprio talento per dare il meglio di sé nella vita, così come avere una passione che lo sostiene, facendolo germogliare e fiorire. Educazione, impegno e molto lavoro. E anche capacità di avere attorno persone di qualità ed eccellenza, non avendone paura, anzi. Come si può pensare di proporre una cosa di eccellenza se non ci si circonda di persone d'eccellenza?».
 
La scienza ci ha regalato 30 anni extra di vita: cosa ne faremo? Ad Avivah Wittrnberg-Cox, esperta sui temi della gender & generational balance che ha delineato stili di leadership più inclusivi per rendere le aziende più eque e competitive, il compito di trovare una risposta in una sessione dedicata a una questione che, con intensità crescente, sta diventando centrale per le imprese e per la società, in questo momento di profondo cambiamento demografico: la generational balance. Il potere d’acquisto si sta spostando nelle mani di gruppi anagrafici che prima non consideravamo un mercato? E come impatta la longevità sul recruting e l’individuazione di nuovi talenti?

Non tutti i rischi sono prevedibili, ma quasi tutti sono affrontabili: come anticipare i rischi sottovalutati, come crisi finanziarie e pandemie, ma prevedibili in uno scenario globale sempre più volatile? Introdotta da Matteo Curcio, senior vice president Emeai di Delta Air Lines, Michele Wucker, analista politica, esperta di economia, finanza e risk management, è l’autrice del bestseller Il rinoceronte grigio (edito in Italia Roi Edizioni), un concetto che ha influenzato le policy economico-finanziarie in oltre 75 Paesi, ha parlato del legame tra leadership e “agency”, rischio e decision making, approfondendo proprio il concetto del “Rinoceronte Grigio”.

Becker meglio di Sinner e Alcaraz

Quando si parla di Boris Becker è impossibile non ricordare che è il più giovane vincitore di Wimbledon, «più di Sinner e Alcaraz quando si sono aggiudicati lo stesso titolo». Ma anche ai 716 successi che ha collezionato divenendo, dopo la sua rovina e la sua rinascita, un emblema di resilienza. Intervistato da Pablo Trincia, è proprio con Becker e il concetto di resilienza, uno dei concetti più usati nella contemporaneità e, allo stesso tempo, più difficili da sviluppare, che si è chiusa la prima delle due giornate. «Ci sono stati senz'altro tennisti migliori di me, è capitato spesso che durante gli allenamenti perdessi diversi set contro di loro…ma poi, quando scendevano in campo davanti al pubblico non avevano quello che serviva per vincere, il coraggio. Si può imparare a giocare, ma essere coraggioso e senza paura quando si è sul campo è qualcosa che si ha dentro». «Nel 1985 sono nato pubblicamente per la seconda volta. E poi ancora quando ho compiuto 32 anni, quando ho iniziato una nuova carriera: un po' mi ero preparato, ma per l'ignoto non puoi mai prepararti fino in fondo. Volevo rimanere nel mondo tennis, dove fino a quel momento ero stato come giocatore; mii piacevano i media, e ho cominciato a lavorare prima con una tv inglese e poi con una tedesca poi, parlando di tennis ma anche di calcio. Sto bene quando esco dalla mia comfort zone: come faccio a intervistare un numero 1 nel mondo dello sport senza sapere esattamente come? Sono competitivo e con poca pazienza, vorrei che tutto succedesse subito; invece, ho dovuto imparare a essere paziente e parlare nel momento giusto, cercando di affermarmi e trovare credibilità in quell’ambito…imparando anche l’inglese». L’intervento è stato introdotto da Roberto Zecchino, deputy general manager & vice president human resources Bosch Group South Europe.
 
Tra i massimi esperti internazionali di innovazione, tecnologia, digital transformation e intelligenza artificiale, dopo ha rivoluzionato aziende come Sony, Universal ed Emi, collaborando con Bill Gates, Steve Jobs e Richard Branson, Jay Samit studia da tempo come le tecnologie esponenziali e l’IA stiano trasformando il futuro del lavoro, proponendo strategie che offrono alle aziende la possibilità di adattarsi rapidamente a questi cambiamenti e affermarsi come business di successo. Durante il suo intervento, che parte dal suo saggio Metti al sicuro il tuo futuro (edito in Italia da Roi Edizioni), ha esplorato la rivoluzione del workplace del futuro tra AI, digital transformation e tecnologieesponenziali. Nei prossimi 5 anni la metà dei mestieri attualmente esistenti scomparirà: eppure l’AI non rappresenta una minaccia, la vera minaccia, di fronte alle trasformazioni epocali come quella che stiamo vivendo, è come imprese e leader reagiscono.
 
Diego Della Valle, presidente di Tod’s, siede nel CdA di LVMH, è uno dei protagonisti mondiali nel settore luxury, espressione di un’imprenditorialità in grado di delineare sempre nuovi scenari competitivi, e Marco Tronchetti Provera, alla guida di Pirelli dal 1992, di cui oggi è vice presidente esecutivo, membro dell’Università Bocconi di Milano, testimone delle nuove dimensioni della competitività aziendale, si sono confrontati sul palco intervistati da Patty Torchia, affrontando diverse tematiche, partendo dalle caratteristiche che un leader deve avere per essere riconosciuto da un team. Per Tronchetti Provera qualsiasi leadership «è caratterizzata sempre da un rapporto tra esseri umani di fiducia reciproca, leadership che produce risultati nel tempo». Per Della Valle «leadership è essere credibili, specialmente con i propri uomini, e coerenti, qualità fondamentali perché fanno la differenza con i “leader di cartone” che durano un minuto». E a proposito di AI, Tronchetti Provera dice «è indispensabile, ti mette in condizione di fare scelte più in fretta e rendere il tutto più operativo. Se affianchi un nativo digitale a una persona esperta, si può avere un’accelerazione incredibile dell’efficienza». Della Valle parla anche di «intelligenza artigianale, al centro deve esserci sempre l’uomo. Chi governa i processi si sieda al tavolo e rimetta al centro l’individuo e i suoi interessi, se crei disagi agli esseri umani non mi sembra un gran vantaggio». Restituzione «È una parola che mi piace poco, fa pensare a qualcosa che devi fare per forza - ha proseguito Della Valle - Si tratta invece di pensare non solo a cosa fare per la tua azienda, ma anche per la comunità. Come il contributo al restauro del Colosseo, una grande soddisfazione, e responsabilità sociale, avendo alle spalle una lunga vita lavorativa, ho sempre cercato di avere persone che fossero orgogliose di far parte dell’azienda». «Un altro aspetto importante è il rispetto del territorio dove sono le nostre fabbriche, e della sua comunità locale. Le persone sono il patrimonio dell’azienda che deve essere tenuto sempre in conto da chi si trova ai vertici - ha proseguito Della Valle - Da Bruxelles abbiamo visto emanare norme che non tengono minimamente conto dell’azienda, che deve lavorare e sopravvivere nel mondo reale. Norme facili da vendere al pubblico ma difficilmente attualizzabili. È giusto che la sostenibilità ambientale abbia delle scadenze da rispettare, ma allo stato attuale, in Europa, non è fattibile in molti settori».  Per quanto riguarda il Made In Italy, per Della Valle è «un valore aggiunto soprattutto per le aziende artigianali: la provenienza dà loro vantaggio competitivo su certe categorie di prodotto e questo va protetto. Made in Italy inteso anche come sicurezza nei paesi e prodotti. Oggi l’AI potrebbe contribuire a creare nuovi interessi sul nostro Paese, anche in tempi brevi, richiamando i giovani che si sono allontanati per fare esperienze fuori. La qualità della vita in Italia non è seconda a nessun paese».
 
Ami C. Edmondson, al primo posto della Thinkers50, docente di management ad Harvard che esplora le dinamiche dell’insuccesso per favorire la crescita e l’innovazione, ha poi continuato con l’intervento La Scienza Di Fallire Bene. È il momento di imparare a fare i giusti errori, imparando a implementare la “scienza di fallire bene”; ha accompagnato così i presenti in un’analisi dell’errore e in uno shift di mindset, oggi essenziale per continuare a crescere nell’incertezza. Una nuova visione strategica dell’errore e della condizione che, all’interno di una cultura organizzativa, lo rende utile e buono: la sicurezza psicologica. Erin Meyer è tra i massimi esperti internazionali nel campo del cross-cultural management, docente all’Insead Business School e nel 2021 è stata inserita tra i 50 business thinker più influenti al mondo da Thinkers50. Il suo bestseller La mappa delle culture (edito in Italia da Roi Edizioni) fornisce alle aziende strumenti e strategie permigliorare le relazioni e la collaborazione tra team multiculturali, evitando conflitti e incomprensioni e aumentandone l’efficienza operativa; è proprio approfondendo questi temi che ha esplorato i nuovi modelli di management interculturale per gestire team globali.

Rometty e l'Intelligenza Artificiale

Ha chiuso la due giorni Ginni Rometty: ex ceo di IBM, che ha guidato verso il cloud computing, creando un business da 25 miliardi di dollari, e portandola a posizioni di leadership nell'IA e nell'informatica quantistica. Il suo impegno per la diversità e l'inclusione e la creazione del movimento "SkillsFirst" hanno rivoluzionato e continuano a rivoluzionare il modo in cui le aziende valutano i talenti, favorendo un futuro più inclusivo e basato sulle competenze. Sul palco del Leadership forum ha portato e approfondito, intervistata da Mario Calderini, full professor Politecnico di Milano, i contenuti del suo saggio Good Power (edito in Italia da Roi Edizioni), in cui parla di temi come influenza, resilienza, purpose per una leadership trasformativa e della gestione ottimale dei cambiamenti positivi su sé stessi, in azienda e nella collettività.
 
«Il Leadership Forum è un evento che ci permette di riflettere su come la leadership si adatti alle sfide di un mondo in continuo cambiamento. In tempi pandemici si parlava di andare oltre la resilienza, di anti-fragilità. Poi è arrivata la permacrisi, la policrisi, è tornato alla ribalta il termine VUCA e la sua evoluzione BANI. Di fatto ci troviamo a dover affrontare complessità crescenti. Allora prendo in prestito un'affermazione di Kant, che diceva che “l’intelligenza di un individuo si misura dalla quantità delle incertezze che è capace di sopportare. È questa la visione che ispira il nostro lavoro: Roi Group è nata proprio per questo, per rispondere alla necessità costante di crescita e cambiamento, sia per le persone che per le imprese. Andare oltre i confini del pensiero convenzionale, cercando leader, innovatori e pensatori all’avanguardia, per studiare, selezionare e divulgare idee innovative provenienti da diversi ambiti e, soprattutto, in modalità », ha spiegato Marcello Mancini, ceo di Performance Strategies, che ha organizzato l’evento.
 

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