La pratica degli Esports sottopone i giocatori a intense sollecitazioni neuromotorie. Uno studio della German Sports University di Colonia ha rivelato che in media un gamer di alto livello può allenarsi e competere per 40 ore a settimana, con un’intensità di movimenti di gomito, polso e dita che può raggiungere nelle competizioni più serrate i 400 atti al minuto. La frequenza cardiaca può mantenersi costantemente tra i 120 e i 180 battiti al minuto, simile ai livelli di un pilota da corsa, con segni di significativa fatica psico-fisica ed elevata concentrazione di cortisolo (ormone dello stress) dopo 2 o 3 ore di competizione.
Nel mondo del gaming, tra i Teams e i Players, sta crescendo la consapevolezza dell’importanza di allenare non solo la tecnica e la tattica del gioco, ma anche di migliorare la salute globale del giocatore, da un punto di vista fisico, cognitivo, psicologico. Per garantire ai giocatori prestazioni l’equilibrio tra salute e prestazioni di alto livello è quindi necessaria una corretta gestione medica e riabilitativa sia nella prevenzione sia nella diagnosi e cura degli infortuni.
Ogni sport presenta alcuni infortuni più tipici e alcuni distretti più colpiti di altri (ad esempio, il ginocchio nello sci alpino, i muscoli della coscia nel calcio) e gli Esports non sono da meno: esistono diverse patologie ormai identificate e associate alla pratica degli Esports, con differenze legate al tipo di strumento utilizzato per il gaming (PC, console). Il gamer’s thumb, o pollice del gamer, è una tendinopatia, spesso con una marcata infiammazione, che interessa i tendini del polso e della mano che hanno la funzione di estendere il pollice. I sintomi tipici sono il dolore al pollice e al polso e la riduzione di forza nella presa.
Per la postura legata all’uso dei thumbsticks (le piccole leve analogiche dei controller) i console gamers sono più colpiti rispetto ai PC gamers. Ma non solo i gamers sono colpiti da questo problema, che è stato anche chiamato texter’s thumb perché tutti i movimenti ripetitivi del pollice possono indurlo, anche scrivere messaggi allo smartphone. La diagnosi medica è il primo passo fondamentale: la visita specialistica, con l’ecografia muscolo-tendinea, serve a dare un nome al problema, a definirne il grado e a impostare le strategie di terapia e di prevenzione futura. La terapia di prima linea è medica riabilitativa: riduzione dell’infiammazione locale ed esercizi mirati per ristabilire la corretta funzionalità dei tendini.
Alcuni consigli per la prevenzione e per migliorare le proprie performance: 1) Evitare il sovraccarico con opportune pause programmate tra i match (almeno 5-10 minuti); 2) Effettuare un riscaldamento mirato per polsi e dita prima e dopo l’attività; 3) Effettuare una preparazione specifica con esercizi di mobilità e rinforzo per i tendini, con regolarità.