Smart working? Smart sport!

SALUTE&SPORT. Con il dottor Tomaello. Il telelavoro e la “dad” possono causare problemi. Postura e attività motoria: ecco le regole d’oro

Come noto,  con la pandemia di Covid-19 lo smart working è diventato prassi consolidata in mezzo mondo, Italia compresa. Una soluzione agile e comoda che ha riscosso parecchi consensi, ma che alla lunga, secondo quanto si legge, potrebbe comportare problemi non di poco conto sia sul piano fisico che su quello mentale. Lo smartworking è stato un’opportunità per poter proseguire da casa la propria attività professionale. E tanti ne hanno scoperto per la prima volta gioie ma anche dolori. Secondo una ricerca della World Health Organization, il 72% dei lavoratori intervistati ha ammesso di soffrire di problematiche al rachide che si sono accentuate durante la quarantena.

Un altro problema associato al lavoro da remoto è l’utilizzo scorretto di smartphone e PC. Niente code in auto, treno, più tempo per se stessi e quell’agilità che da anni in tanti abbiamo invocato. dall’altra parte il rischio di prolungare il tempo dinanzi al pc, in posture poco corrette. Certo, un po’ come avveniva in ufficio o sul treno ma con l’aggravante di muoversi ancora meno.

L’assunzione di posture anomale in postazioni di lavoro non ergonomiche provoca a lungo andare quello che i britannici chiamano il “tech neck”: dolore, tensione muscolare e rigidità a livello della parte superiore della colonna vertebrale, il tratto cervicale, con possibili irradiazioni al capo, generando mal di testa, e/o alle spalle e agli arti superiori e che la ricerca ci dice colpisce soprattutto i Millenials. Ma dobbiamo essere sinceri con noi stessi, il vero problema non è lo smart working ma è la nostra attitudine al movimento! Il vero problema come sottolineano numerose ricerche scientifiche è la sedentarietà!!! Il pendolarismo da letto a scrivania non è salutare ma il lavoro da remoto potrebbe consentire più tempo libero e indipendenza, hanno scritto i ricercatori. Se non capiamo che quel tempo libero va investito in movimento è certo che ne pagheremo le conseguenze.

Ecco 3 consigli: 1) Postura ergonomicamente corretta durante il lavoro(mai sul letto o sul divano): utilizzare un supporto sotto il pc portatile in modo da avere  lo sguardo perpendicolare allo schermo (posizionamento corretto del rachide cervicale) e non rivolto verso il basso (conseguente flessione del capo e cifotizzazione del tratto cervicale). Mouse e tastiera vanno posti in modo da poter appoggiare entrambi gli avambracci al piano, scaricando il peso degli arti superiori e allentando la tensione a livello delle spalle.(foto?). 2) Evitare di mantenere la solita postura per oltre 40 minuti 3) Camminare 40-60 minuti al giorno

Nella maggior parte dei casi il dolore che insorge al livello della colonna vertebrale non solo cervicale ma anche dorsale e lombare viene definito aspecifico perché non vi sono precise cause anatomiche o meccaniche a causarlo;i motivi sono soprattutto la debolezza muscolare o il mantenere posture anche corrette dal punto di vista biomeccanico per troppo tempo.E’ intuitivo capire cosa può accadere quando le posture sono anche scorrette.  .

Sfruttiamo quindi il tempo libero che ci dovrebbe concedere lo smart working o la DAD per praticare sport. Ma attenzione,l’esercizio fisico è un farmaco molto potente che va assunto con la corretta frequenza e al giusto dosaggio per evitare di incorrere in problematiche da sovraccarico tendinee,muscolari o articolari che potrebbero costringerci a fermarci tagliando le gambe alle buone intenzioni. In alcuni casi dopo una lunga inattività, un po’ come quando ci fratturiamo un arto o come quando dobbiamo alzare la spalla dopo un intervento,è necessario reimparare a muoverci.

A questo proposito esistono dei test come quello di soglia metabolica che previa valutazione medica ci consentono di impostare un programma personalizzato che tenga conto delle problematiche cliniche di ciascun paziente e che lo guidi alla ripresa di un’attività sportiva in sicurezza.

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