Tic tac Inter, il 20 maggio e Zhang...Oaktree e il ponte sul fiume debito

Mancano pochi giorni alla verità sul futuro del club: quali sono le possibilità di un orizzonte in cui Suning cerca di allontanare il suo tramonto nerazzurro

MILANO - Ogni giorno è quello buono per avere una notizia ufficiale. "Sono in corso le negoziazioni, non vedo nessuna criticità", ha spiegato domenica sera Alessandro Antonello, mentre Beppe Marotta pochi giorni prima aveva specificato che "il rifinanziamento non riguarda l'Inter direttamente, ma la proprietà e sono sicuro che la società a breve farà un comunicato". Ormai sono tutti in attesa di sapere come Steven Zhang proseguirà la sua avventura da proprietario e presidente dell’Inter. Su questo, almeno fino a oggi, non sembrano esserci dubbi: difficile, infatti, che arrivi a sorpresa una cessione del club, visto che non si sono registrate due diligence ufficiali in corso per il passaggio delle quote di maggioranza. Evento che - va detto - non va comunque escluso (magari con approfondimenti sul versante arabo), però è probabile che ciò accada più avanti nel tempo, magari al termine della stagione sportiva ’24-25, ovvero a Mondiale del club ultimato, quando si conoscerà meglio anche il percorso che l’Inter sceglierà di seguire per lo stadio, se insistere con quello nuovo di proprietà (l’opzione di esclusiva sui terreni Cabassi a Rozzano è stata prorogata fino al 31 gennaio 2025) o rimanere in un San Siro ristrutturato col progetto di WeBuild.

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Questo però è un orizzonte non ancora così imminente, al contrario invece del 20 maggio, data ultima a disposizione di Zhang per restituire il prestito di 275 milioni, saliti con gli interessi a 375-385, al fondo statunitense Oaktree. Dunque, mancano poco più di due settimane alla verità: Zhang rifinanzierà Oaktree con un nuovo prestito da circa 400 milioni con scadenza 2027 ottenuto da un altro fondo americano, Pimco, come emerso nelle scorse settimane e confermato anche all’interno della società nerazzurra, oppure resterà ancora legato a Oaktree? Già, perché pure questa via, stando a quanto rivelato mercoledì da “Il Sole 24 Ore” non va ancora scartata. Secondo il quotidiano economico, infatti, Zhang, Oaktree e gli studi legali londinesi Lahtam Watkins, Dla Piper e Pedersoli-Gattai starebbero lavorando per prolungare ancora di un anno l’accordo in essere, il famoso riscadenzamento che era già apparsa come una possibile soluzione “ponte” nei mesi scorsi.

Zhang, il guastafesta Inter: le prospettive mercato e rifinanziamento del debito

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Oaktree non interessato all'Inter

Oaktree, infatti, come raccontato in questi anni, non è mai stato interessato a raccogliere le quote di Suning per gestire l’Inter, a differenza, per esempio, di quanto fatto da Elliott col Milan quando escusse il pegno da Yonghong Li. Dunque, pur di non raccogliere il club e dover poi gestire un periodo di transizione in attesa di un nuovo proprietario, Oaktree sarebbe disponibile a offrire del tempo in più a Zhang; tempo evidentemente necessario per trovare un acquirente, più che un modo per rimborsare direttamente il debito. L'opzione Pimco rimane comunque quella preferita da Zhang, perché chiuderebbe il capitolo Oaktree e gli permetterebbe di continuare a gestire l'Inter con un centinaio di milioni in cassa - 15-20 che gli resterebbero dal finanziamento di Pimco più 80 circa ancora in cassa dei 275 di Oaktree non utilizzati - per i prossimi tre anni, avendo quindi maggiore tempo per cercare anche una via di uscita finora non ancora trovata.

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MILANO - Ogni giorno è quello buono per avere una notizia ufficiale. "Sono in corso le negoziazioni, non vedo nessuna criticità", ha spiegato domenica sera Alessandro Antonello, mentre Beppe Marotta pochi giorni prima aveva specificato che "il rifinanziamento non riguarda l'Inter direttamente, ma la proprietà e sono sicuro che la società a breve farà un comunicato". Ormai sono tutti in attesa di sapere come Steven Zhang proseguirà la sua avventura da proprietario e presidente dell’Inter. Su questo, almeno fino a oggi, non sembrano esserci dubbi: difficile, infatti, che arrivi a sorpresa una cessione del club, visto che non si sono registrate due diligence ufficiali in corso per il passaggio delle quote di maggioranza. Evento che - va detto - non va comunque escluso (magari con approfondimenti sul versante arabo), però è probabile che ciò accada più avanti nel tempo, magari al termine della stagione sportiva ’24-25, ovvero a Mondiale del club ultimato, quando si conoscerà meglio anche il percorso che l’Inter sceglierà di seguire per lo stadio, se insistere con quello nuovo di proprietà (l’opzione di esclusiva sui terreni Cabassi a Rozzano è stata prorogata fino al 31 gennaio 2025) o rimanere in un San Siro ristrutturato col progetto di WeBuild.

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Questo però è un orizzonte non ancora così imminente, al contrario invece del 20 maggio, data ultima a disposizione di Zhang per restituire il prestito di 275 milioni, saliti con gli interessi a 375-385, al fondo statunitense Oaktree. Dunque, mancano poco più di due settimane alla verità: Zhang rifinanzierà Oaktree con un nuovo prestito da circa 400 milioni con scadenza 2027 ottenuto da un altro fondo americano, Pimco, come emerso nelle scorse settimane e confermato anche all’interno della società nerazzurra, oppure resterà ancora legato a Oaktree? Già, perché pure questa via, stando a quanto rivelato mercoledì da “Il Sole 24 Ore” non va ancora scartata. Secondo il quotidiano economico, infatti, Zhang, Oaktree e gli studi legali londinesi Lahtam Watkins, Dla Piper e Pedersoli-Gattai starebbero lavorando per prolungare ancora di un anno l’accordo in essere, il famoso riscadenzamento che era già apparsa come una possibile soluzione “ponte” nei mesi scorsi.

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