<p class="p1">Comodità e piacevolezza estetica</p>

Intervista a Riccardo Braccialini

UNA STORIA INIZIATA 130 ANNI FA - La storia di Gherardini comincia da lontano, 130 anni fa. Quando Garibaldo Gherardini aprì a Firenze un laboratorio artigianale per la produzione di astucci. Presto la richiesta crebbe e dagli astucci si passò a buste, pochette con chiusura gioiello, l’utilizzo di tessuti lussuosi come broccati, rasi e pelli pregiate. Dal laboratorio al negozio in via della Vigna Nuova il passo fu breve; quindi cominciò il periodo in cui il Made in Italy divenne emblema di stile, sempre più richiesto anche all’estero. La produzione di pelletteria crebbe ancora, fino alla larga scala, e Gherardini divenne un marchio, che dagli anni 70 indicò un total look, comprendendo abbigliamento, occhiali e foulard. La famiglia Gherardini continuò a innovare e venne creato il tessuto “Ghe”, in cotone gommato, che diminuiva la pesantezza delle borse prima in pelle, che negli anni 80 si trasformò nel “Softy” sostituendo il cotone con il nylon. Una lunga storia di tradizione e di innovazione, quindi, che oggi rivive grazie al gruppo Braccialini, che ha acquisito il marchio nel 2007. 

OGGI A PITTI 88 - Il resto è storia recente, e i Braccialini continuano a investire in un marchio che ha letteralmente fatto la storia della moda e della pelletteria italiana che tutto il mondo ci invidia, rilanciandolo nell’universo del lusso a cui appartiene. La grande novità arriva ora in occasione di Pitti, quando alla collezione Gherardini donna si affianca la prima totalmente al maschile: Mr Gherardini, ça va sans dire. Un modo eccezionale per festeggiare 130 altrettanto eccezionali anni. Riccardo Braccialini, amministratore delegato del gruppo e nuovo presidente dell’Aimpes (associazione nazionale pellettieri), ad Aprile ha organizzato un brainstorming tra personalità del mondo della moda, dell’arte, del design e dell’economia per mettere a confronto più voci sul rapporto tra accessori maschili e mobilità. Da quell’incontro ha preso il via Mr Gherardini. 

• Quanto è importante il mercato maschile per le aziende della moda oggi, è in crescita?

Nella pelletteria, rapportato a quello della donna vale meno del 10%. Però gli uomini final- mente stanno cambiando, certo non sono grandi rivoluzioni, si assiste più a un movimento, che è anche in qualche modo di rinascita. Respiriamo un aumentato interesse da parte dell’uomo per la moda, soprattutto nel- la scelta degli accessori. 

• Quale il mercato di riferimento? Più italiano o estero?

È, per il momento, sicuramente italiano e poi più nord europeo e giapponese, Paesi dove Gherardini è molto conosciuto. Non abbiamo aspettative immediate di fatturati altissimi, ci siamo dati come obbiettivo nei primi cinque anni cinque milioni. Ma staremo a vedere, è importante come avverrà la distribuzione. 

• Come verrà comunicata la collezione? 

Innanzitutto a Pitti, dove viene presentata, abbiamo organizzato un paio di eventi davvero niente male: rivestiremo la facciata del Museo Bellini di tessuto Softy colorato e sveleremo al pubblico alcune sale inedite del museo. Il18 giugno sera al Giardino Torrigiani chiuderemo Pitti ospitando il concerto live di Ariel Pink, icona californiana della musica pop alternativa. Mentre per quanto riguarda i media prevediamo una campagna classica mirata. 

•  Da chi è stata disegnata la linea?

La supervisione è del nostro direttore creativo Carlos Perez e si sviluppa in un decina di pezzi tra borse, zaini e messenger, e altrettanti di piccola pelletteria. 

•  Per quale motivo arriva solo ora una linea uomo di Gherardini? 

Prima di tutto perché volevamo festeggiare in un modo un po’ alternativo i 130 anni di Gherardini, il primo marchio di pelletteria in Italia, con un heritage quindi molto importante, e poi perché vogliamo puntare, anche se moderatamente all’inizio, sull’uomo. Tanto che, con Braccialini abbiamo progettato anche una collezione al maschile in collaborazione con Ducati. 

• Braccialini da 60 anni è caratterizzato da uno spirito legato a fantasia e ironia, oltre che da un'altissima qualità. Quale sarà la filosofia che guiderà sia Gherardini che Mr Gherardini nei prossimi 130 anni? 

Gheradini è la sartorialità, la tradizione e l’innovazione: la borsa con il manico di bambù risale al 1953, quella con il manico di osso agli anni 60... Gherardini ha sempre fatto innovazione in modo molto elegante tanto che attirava a Firenze i personaggi di maggior rilievo dell’aristocrazia europea, dalla principessa Soraya in avanti. Pensiamo al tessuto Softy: leggerissimo, morbido ma resistente e che non si rovina. Questo è il significato di "connubio tra eleganza e innovazione". 

• Certo bisogna combattere con i grandi gruppi del lusso internazionali...

Sono convinto che il trend stia cambiando, che si inizi a cercare il piccolo, che la nicchia, di qualità, stia acquistando sempre più valore rispetto alla “massificazione” dei grandi gruppi. Come succede ad esempio nel food: ci si sta accorgendo che i grandi numeri non hanno fatto così bene al mondo. Certo ci si scontra con questi “mostri sacri” che hanno milioni da investire e aprono cattedrali nel deserto, ma a noi va bene così, come dicevo non abbiamo in mente di fare un prodotto massificante. Gli obbiettivi sono continuare a fare borse belle, di qualità, come le sappiamo fare, di un lusso accessibile, per chi lo sa apprezzare. 

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