RIO DE JANEIRO - La Iaaf, la federazione internazionale di atletica, secondo quanto si apprende, ha chiesto otto anni di squalifica per Alex Schwazer. Il marciatore altoatesino, sospeso dopo essere risultato positivo ad un controllo antidoping effettuato lo scorso 1 gennaio, è in attesa della sentenza del Tas sul ricorso contro la sospensione, che arriverà entro venerdì.
LA SENTENZA - «La sentenza sarà comunicata entro venerdì. Alex continuerà ad allenarsi con il massimo impegno, il tribunale ci ha dato questi tempi. Il 12 c'è la 20 chilometri e il 19 la 50. I tempi del tribunale però sono questi». Con queste parole, l'avvocato Giuseppe Sorcinelli, membro dello staff di Alex Schwazer, ha annunciato che dopo 12 ore di attesa è slittata la decisione sulla possibile revoca della sospensione per il marciatore, che non ha rilasciato dichiarazioni. «Non possono parlare né lui né Donati né i legali per decisione dei giudici che ci hanno ribadito che si tratta di una procedura confidenziale e quindi non è corretto rilasciare dichiarazioni». «Alex era molto stanco e provato, ha preferito tornare in hotel. Domani si allenerà e aspetterà fiducioso», ha detto l'avvocato Gerhard Brandstaetter.
Alex Schwazer dovrà aspettare ancora. L'atleta era arrivato assieme ai suoi legali Brandstatter e Sorcinelli, e al professor Donati nell'edifico al Centro di Rio de Janeiro scelto per l'udienza del Tas che dovrà stabilire se l'atleta potrà partecipare o meno alle Olimpiadi. L'entourage di Schwazer si era detto molto preoccupato ribadendo comunque che l'atleta è molto determinato.
IL COMPITO DEL TAS - Il tribunale dovrà valutare il ricorso d'urgenza dell'atleta azzurro contro la sospensione per doping che gli impedisce di partecipare ai Giochi.
I TIMORI - Dall'ambiente vicino a Schwazer si teme una «sentenza già scritta». La linea difensiva resta quella che punta ad ottenere l'annullamento della sospensione per «evidenti vizi procedurali».
IL LEGALE - “L’udienza è iniziata. Alex non ha ancora parlato. Adesso siamo in attesa che venga accettato un pdf con dei dati fondamentali che spiegare a parole sarebbe complicato. Avrebbero un impatto visivo importante”, aveva detto Sorcinelli prima dell'udienza. “Il clima è un po’ da santa inquisizione — aveva aggiunto l’avvocato - ma noi siamo convinti di aver ragione. Adesso speriamo di trovare un giudice che ce la dia. L’udienza si svolgerà in tedesco e i nostri periti sono collegati in videoconferenza. La sentenza? Speriamo possa arrivare in giornata”.
UDIENZA IN TEDESCO - “L’udienza in tedesco? Ci è sembrato corretto visto anche che il presidente del collegio è austriaco (Salisburgo), quindi di lingua tedesca, e anche l’arbitro indicato dalla Iaaf è svizzero, ma di lingua tedesca. Tutto fatto per agevolare udienza. Speriamo accettino le slides adesso. Abbiamo affrontato una spesa non indifferente, è stato grande sacrificio, siamo sei o sette qui. La sola speranza che è abbiamo è di non ripartire domani”.
La difesa, ha fatto sapere Sorcinelli, contesta anche un vizio formale, ovvero l'indicazione della provenienza del campione non consentita dal regolamento, prelevato a capodanno in un controllo effettuato a Racines ad Alex Schwazer. che consentirebbe di fatto l'individuazione dell'atleta bolzanino. Dopo gli interventi dei 'trasportatori' e quello di Donati, c'è stato il collegamento via skype da Roma con i periti Pieraccini, Ronci, D'Ottavio e De Boer, e successivamente i funzionari della Nato Italia.
Presente all'udienza, a sorpresa, anche il capo dell'antidoping della Iaaf, Thomas Capdeville.