MOSCA (RUSSIA) - Mosca tira un sospiro di sollievo: a Rio 2016 sventolerà anche la bandiera russa, anche se non immacolata. All'indomani della decisione del Cio che ha fatto prevalere il diritto degli atleti "puliti" a partecipare alle Olimpiadi sulla necessità di infliggere una punizione memorabile ad un Paese accusato di aver messo in piedi una gigantesca macchina del doping, la Russia comincia però a fare i conti con una situazione che a 11 giorni dalla cerimonia inaugurale a Rio non appare del tutto rosea. "C'è stata una forte pressione politica sul Cio" da parte della "stampa occidentale" e dei "senatori americani", ha denunciato il presidente del Comitato olimpico russo, Aleksandr Zhukov, lamentando il fatto che "le condizioni per la partecipazione" dei russi a Rio 2016 "sono considerevolmente più dure che per gli atleti di altri paesi". E gli effetti cominciano subito a sentirsi. Ormai definitivamente escluso tutto il team di atletica leggera, oggi la Federazione internazionale del nuoto (Fina) ha escluso sette dei 37 componenti della delegazione russa, tra i quali la campionessa Yulia Efimova, positiva a un test antidoping nel 2013 e squalificata per 16 mesi. Sono infatti le singole federazioni a decidere se escludere i russi dai Giochi o invece ammetterli e da qui al 5 agosto molti altri rischiano l'esclusione.
MUTKO - Già certo del bando, con grande "rammarico" del Cremlino, è il controverso ministro dello Sport, Vitali Mutko, nominato nel rapporto Wada sul doping di Stato e a capo del dicastero accusato di aver messo in piedi con l'aiuto degli 007 il sistema che permetteva ai russi di vincere barando. Al fedelissimo di Putin non va giù che le porte di Rio siano chiuse anche agli atleti russi ex dopati: "Sfortunatamente questa regola vale solo per la nostra squadra". Oltre ai sette del nuoto, non gareggeranno neanche Tatiana Kashirina, argento a Londra nel sollevamento pesi, e la ciclista Olga Zabelinskaia, due volte bronzo olimpico, oltre alla ottocentista Iulia Stepanova, la "talpa" che ha portato a galla lo scandalo e che ora in patria bollano come "traditrice". In tutto, secondo il Comitato olimpico russo, gli atleti esclusi da Rio per "errori del passato" sono "almeno otto". Ma Sports.ru ne elenca 12, sottolineando però che possono ricorrere al Tas e che dalla loro hanno un precedente: quello del corridore Usa LaShawn Merritt, a cui il Tas permise di andare a Londra evitandogli un'ingiusta "doppia punizione" nonostante il Cio avesse escluso dalle Olimpiadi 2012 tutti gli atleti squalificati per oltre sei mesi. Intanto, aspettando che passi la bufera, Mosca si dice pronta a collaborare con la Wada nella lotta al doping e oggi ha ufficialmente istituito la Commissione antidoping annunciata venerdì scorso da Putin: oltre all'ottuagenario ex ministro dello Sport sovietico, Vitali Smirnov, che la presiede, ne fanno parte ex atleti e oligarchi come Alisher Usmanov (presidente della federazione internazionale di scherma) e Vladimir Lisin (presidente della federazione europea di tiro). Putin però non andrà alla cerimonia di inaugurazione dei Giochi, forse lo scandalo doping è stato uno schiaffo troppo forte.