Eicma 2016, doppietta Scrambler per Ducati

All'EICMA, la Casa bolognese ha lanciato altre due versioni che strizzano l’occhio alla moda di oggi: la Cafe Racer e la Desert Sled

Non solo supersportive. Al Teatro Nazionale, Ducati ha tolto il velo anche a due attese versioni della Scrambler, la sua moto di maggior successo commerciale. Solo due anni fa nasceva la prima serie, una bicilindrica essenziale ed ispirata al passato. Ora, partendo da quella moto e da quella “visione”, Ducati ha creato una vera e propria famiglia che si è ora arricchita di due nuove, interessantissime proposte. Si tratta della Scrambler Desert Sled (letteralmente “slitta da deserto”) e della Café Racer.  

SULLA SABBIA - La Desert Sled si ispira a quelle moto che, negli anni 70, venivano allestite per correre nei deserti californiani e in gare come la “Baja”. Le differenze con la versione "urban enduro" (di cui questa moto è la naturale evoluzione) sono però tantissime: il telaio a traliccio in acciaio è stato rinforzato per sopportare le sollecitazioni di un eventuale uso in fuoristrada, le sospensioni hanno un'escursione maggiorata (200 mm per entrambi gli assi) e i cerchi da 19" e 17" calzano pneumatici tassellati, i Pirelli Scorpion Rally. La Desert Sled è poi impreziosita dal carter paramotore, dal nuovo forcellone in alluminio, dal manubrio a sezione variabile con traversino, dal bellissimo scarico corto con doppio silenziatore sovrapposto e da una sella dedicata.

ANNI SESSANTA - La Desert Sled non è però l'unica nuova “variazione sul tema” Scrambler e, anzi, ancor più originale è la nuova Cafè Racer, un modello che si ispira alle special realizzate negli anni sessanta per le corse su strada e che propone un'interpretazione del tutto nuova  dell'apprezzata “modern classic” di Ducati. 
Il telaio a traliccio in acciaio, il bicilindrico da 803 cm3 raffreddato ad aria ed omologato Euro4, l'impianto frenante Brembo (con singolo disco anteriore e pinza Monoblocco M4.32 radiale) sono in comune con le altre “sorelle” ma la forcella a steli rovesciati, i semimanubri, i cerchi a 10 razze, la pompa freno anteriore radiale e la colorazione “total black” (utilizzata anche per il motore) la distanziano quasi completamente dalle altre Scrambler. La Café Racer ha un aspetto classico e sportivo, elegante, giocato su alcuni particolari fortemente evocativi: le tabelle portanumero (il numero 54 è un omaggio a Bruno Spaggiari, storico pilota Ducati), gli specchietti a manubrio, la sella con cover passeggero... Tutti questi elementi si mescolano con molto gusto a linee innegabilmente figlie di questo tempo, nostalgiche solo quanto basta. La Casa bolognese ha già preparato una linea di abbigliamento dedicata. 

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