TORINO - Premesso che più guardi le immagini e più dubbi ti vengono su cosa sia realmente successo in quello che passerà alla storia come “il momento del calcio (o di quello che è stato) a Marquez”, oggi il punto è un altro. Rossi è uomo di comunicazione oltre che di pista; e dunque sa benissimo che quel “momento” è diventato per lui fonte di un’occasione imperdibile. Quella di creare, a Valencia, la gara della vita o la gara perfetta, se volete. Lo show degli show. La Woodstock delle moto ammesso che si possa definire perfetta una psicoemozione generazionale di massa andata in scena su un mare di fango sotto i piedi e una marea d’acqua sopra la testa come Woodstock fu. Ma di quell’evento non si ricorda tanto se Jimi Hendrix era in forma oppure no (e lui lo era, i microfoni un po’ meno) ma che quei giorni furono unici nella storia, lo spartiacque di una generazione. Partendo ultimo a Valencia, nella gara che aggiudicherà il Mondiale, Vale ha la possibilità di diventare lui stesso una versione motociclistica di “All along the watchtower”, un lungo e crescente riff che travolge ciò che ha di fronte e ti prende l’anima. Un uragano emotivo. Se a Sepang nulla fosse successo quella corsa sarebbe stata una corsa come le altre; più o meno attesa e appassionante e certamente decisiva ma ascrivibile all’elenco di quelle che altre volte si sono viste. Invece così sarà di certo un’altra cosa. E se Valentino avrà la forza (e gli amici) per salire sulla Yamaha così come Hendrix salì sul palco (al netto degli additivi che chi suonò in quella occasione aveva assunto, of course) e imbracciò la Fender per storpiare l’inno americano in un modo che avrebbe segnato una generazione, allora vedremo qualcosa di unico e pazzesco. Se Vale si trasformerà in Jimi Rossi preparatevi a saltare sulla sedia. Ma davvero, stavolta: per una vera Experience.