In sala da ieri, è tornato Mission: Impossible con la sua sarabanda di obiettivi al limite dell’umanamente possibile, corse sui tetti, elicotteri che fanno frontali sull’Himalaya, lanci col paracadute, corse in moto in contromano. Per la prima volta nella storia della saga, per Mission: Impossible - Fallout, è stato richiamato un regista impiegato nei precedenti episodi, quel Christopher McQuarrie già dietro la cinepresa per Rogue Nation e che ha stretto un rapporto importante con il protagonista assoluto della serie delle “missioni impossibili”, Tom Cruise. Un legame professionale rinsaldato dalla determinazione con cui Cruise persevera, a 55 anni, a interpretare da solo gli stunt, riuscendo a prendere in un mese e mezzo un brevetto di volo che necessiterebbe di tre mesi di prove e ore alla guida di un elicottero, oppure mettendo in pericolo la propria incolumità: così capita che nel film in sala da ieri, c’è la sequenza in cui Cruise si è procurato una frattura alla caviglia saltando da un tetto diun palazzo a Londra. Detto dell’elicottero e delle manie da arrampica-muri, l’attore si è cimentato nell’HALO (High Altitude Low Open), una tecnica di lancio paracadutistico in cui sono specializzate le forze militari speciali che devono infiltrarsidietro le linee nemiche e ha guidato nel centro di Parigi una motocicletta contromano. Non si tratta di un esercizio di temerarietà: il film ne guadagna in autenticità, mettendo al centro di tutta la saga, ma soprattutto di Mission: Impossible - Fallout, l’eroe fallibile, l’agente segreto che invecchia, che sbaglia, che mette al primo posto la vita di chi gli sta vicino anche contro gli ordini dei suoi superiori. Benché abbia offerto il meglio della sua capacità fisica, volutamente Cruise appare “vecchio” e appesantito, non rinunciando mai alla lotta. In questo caso, Mission: Impossible - Fallout prende in pieno il peso di una saga lunga sei capitoli, intrecciando cattivi e buoni, le donne del protagonista Ethan Hunt con i suoi peggiori incubiregalando, se non il capitolo migliore, quello che più di tutti ha colto il senso ultimo della Storia.