The Post, il cinema torna civile

Spielberg-Hanks-Streep tornano in sala dal 1° febbraio con uno uno dei momenti più esaltanti della storia americana

La prima cosa che occorre Sottolineare circa The Post è che si tratta del primo incontro tra Steven Spielberg e Tom Hanks insieme con Meryl Streep ovvero la più grande attrice vivente, finalmente diretta dal regista che ha dato forma ai sogni, ma anche agli incubi della nostra contemporaneità e l’anelito ideale per un futuro migliore. Tra di loro un altro degli attori più significativi degli ultimi 20 anni, due premi Oscar meritatissimi, il genio di rappresentare la normalità dentro gli eroi di tutti i giorni. Così, mentre era in post produzione il suo prossimo film fantascientifico, Ready Player One, zio Steven decide che c’era un’altra storia che voleva raccontare in un anno politicamente sconvolto dalle uscite pubbliche del presidente Trump ovvero quella dei Pentagon Papers, l’inchiesta giornalistica del New York Times e del Washington Post che nel 1971 smascherò trent’anni di menzogne dei presidenti americani e delle loro amministrazioni circa ciò che, all’inizio, era l’escalation nel Sud-Est asiatico e, poi, la vera e propria guerra in Vietnam. Nelle sale dal 1° febbraio, The Post non è solo questo. Spielberg ha voluto raccontare come il Washington Post, i suoi giornalisti, il direttore Ben Bradlee (Hanks) e soprattutto l’editrice Katherine Graham (Streep) lottarono contro Nixon per pubblicare i documenti e garantire il rispetto della libertà di stampa che il Governo USA stava tentando di conculcare. The Post si inserisce così nel cinema di impegno civile dello Spielberg degli ultimi anni, ricollegandosi direttamente a Lincoln, ma la forza della sceneggiatura scritta da Liz Hannah e Josh Singer (sceneggiatore anche de Il caso Spotlight) è costituito dalla storia di Katherine Graham, una delle prima donne a capo di una testata giornalistica che, poco a poco, trova la forza e il coraggio di sfidare un mondo comandato da uomini, trovando la propria voce nelle stanze dei bottoni in cui tutti indossavano pantaloni, giacca e cravatta. Sulle spalle capaci di Meryl Streep, Spielberg consegna il cuore emotivo del film, oggi che l’autorità, la dignità e la parità dei diritti delle donne nei luoghi di lavoro è altrettanto in pericolo, quanto la libertà di stampa. The Post non è solo un film importante per la sua carica ideale: Spielberg instilla in esso tutto il suo straordinario talento visivo, muovendo la cinepresa tra i corridoi delle stanze del potere di Washington, nelle redazioni, nelle ville di grandi magnati dell’editoria, portandoci dentro uno dei momenti più esaltanti della storia recente. Da vedere assolutamente.

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