TORINO - Certezze sul futuro, in questo campo, è sempre difficile averne. Parliamo allora di sospetti. Ecco, il sospetto forte è che Ready Player One diventerà un film di culto, un pietra di paragone. Qualcosa di simile, come capacità di rappresentare una generazione (e non solo), ai Goonies.
Steven Spielberg firma un capolavoro di intrattenimento dedicato a tutti, ma in particolar modo a chi mangia cultura pop dagli anni 80' in poi. Videogiochi, fumetti, cinema, libri: un mondo nerd che ha cresciuto più di una generazione. Il regista, 71 anni, ha saputo ancora una volta tirare fuori il ragazzo che è in lui e ha confezionato un film-evento. Un atto di amore vero e proprio per il cinema, come solo lui sa fare. Incredibili gli effetti speciali, completamente immersivi. Commovente la storia nella sua semplicità. E per questo passano in secondo piano dialoghi a volte un po' superficiali e piccole cadute di tensione. Che poi forse, guardando il resto del film pieno di citazioni, tutto è voluto. Anche l'omaggio ad un cinema meno cerebrale, fatto soprattutto di emozioni.
LA TRAMA - Il film è tratto dall'omonimo best seller di Ernest Cline. Nel 2045 il mondo reale è un luogo impervio e ostile. Gli unici momenti in cui Wade Watts (Tye Sheridan) si sente veramente vivo è quando si immerge in OASIS, un intero universo virtuale dove evade la maggior parte dell'umanità per trascorrere le proprie giornate. In OASIS si può andare ovunque, fare qualsiasi cosa, essere chiunque: gli unici limiti sono la propria immaginazione. OASIS è stato creato dal brillante ed eccentrico James Halliday (Mark Rylance), che alla sua morte lascia la sua immensa fortuna e il controllo totale di OASIS al vincitore di una competizione in tre round, che aveva progettato per trovare un degno erede. Quando Wade vince la prima sfida di una caccia al tesoro che va oltre la realtà, insieme ai suoi amici - chiamati gli Altissimi Cinque - verrà catapultato in un universo fantastico fatto di scoperte e pericoli, per salvare OASIS e il loro mondo.
AL CINEMA - Ready Player One trasporta in un vortice di sensazioni forti. Suscita nostalgia, senza essere nostalgico. Tutta la mole di rimandi è amalgamata in un impianto modernissimo e rinfrescato da elementi attuali. Ha sicuramente bisogno di più di una visione perché lo spettatore riesca a riconoscere il numero sconfinato di citazioni e a elaborare i diversi livelli di lettura. A questo punto dovrebbe essere chiaro: Ready Player One va visto al cinema, più grande è lo schermo più stupefacente sarà la visione. Sarà nelle sale dal 28 marzo. DA NON PERDERE.