Toro, quando il sogno diventa incubo

L’organico è visibilmente incompleto. Per risparmiare. Del resto Cairo è sempre stato prodigo di buone intenzioni e di promesse non mantenute. Il bracchino…
Toro, quando il sogno diventa incubo© www.imagephotoagency.it

TORINO - Belotti sconsolato dopo la batosta contro la Roma è la fotografia di questo Toro. Non è il solo. Guardate Mihajlovic a fine partita, non ha più nemmeno la voglia di incazzarsi. Quattro frasi vuote che si perdono nel vuoto perché la parola d’ordine che viene irradiata dall’alto è «accontentarsi» come disse Cairo attraverso una conferenza stampa riportata fedelmente anche dal sito del giornale sportivo di cui è editore. In quella occasione, il 19 dicembre, il presidente del Toro sostenne fra l’altro: «Noi siamo più piccoli della Juve. I nostri valori economici sono troppo distanti. E’ un Toro che non può competere con loro. Quando li batti in un derby come due anni fa sei molto contento». Peggio che «accontentarsi», il vero significato di quelle parole è «ridimensionamento».

TORO SCONFITTO A ROMA

Una condizione che i tifosi del Toro rifiutano con sdegno soprattutto davanti ai tanti soldi incassati dalle cessioni. Il 2 febbraio disse «E’ il miglior Toro da quando sono presidente». Avessi detto. E non abbiamo molto da rimproverare ad allenatore e squadra. L’organico è visibilmente incompleto. Per risparmiare. Su tutto nonostante le abbondanti e celebrate plusvalenze degli ultimi anni. Del resto Cairo è sempre stato prodigo di buone intenzioni e di promesse non mantenute come quelle fatte più volte durante il mercato di gennaio dove assicurava l’acquisto di «Tre o quattro giocatori» e puntualmente ritirava il «braccino» con cui è ormai riconosciuto dalla tifoseria. Altro che Europa, presidente. A lei non piace far sognare inutilmente i tifosi (dixit). E indipendentemente da giornalisti sgraditi (sempre dixit) questo degrado da incubo è sotto gli occhi di tutti. Al Toro manca soprattutto un presidente.

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