Il Toro seduto rimane gelato

Gli onesti mestieranti finlandesi mettono i brividi ai granata e non solo perché il Sonera Stadium è un freezer a zero gradi
Il Toro seduto rimane gelato© Ansa
HELSINKI - Il Torino sperava di anticipare le feste e di farsi un bel regalo. Ma non ha fatto i conti con la terra di Babbo Natale: i ragazzi di Ventura tornano a casa - anzi a Roma dove sono atterrati in nottata - solo con il carbone e una clamorosa figuraccia. Qualcuno forse si era illuso in fretta dopo aver misurato i finlandesi due settimane prima, qualcuno forse aveva già la testa al campionato. Invece non è stata una passeggiata, perché Lehkosuo mantiene la promessa: sarà un Helsinki più arrembante. E così gli onesti mestieranti finlandesi mettono i brividi ai granata e non solo perché il Sonera Stadium è un freezer a zero gradi. L'imbattibilità granata in Europa tra le squadre italiane è da record anche se la cavalcata è finita: il Milan si era fermato a 641 minuti, il Torino lo supera e si blocca a 690, quando in una mischia da corner ne esce vincitore Baah, che in spaccata inchioda Padelli. Poi a completare la festa ci pensa Moren libero di infliggere un'altra coltellata al cuore dei tifosi granata. Il gol di Quagliarella ad alci scappati nella foresta è un brodino che non scalda. A differenza dei granata il Bruges passeggia e dilaga a Copenaghen, sorpassando in graduatoria il Torino. Il quale cade e incassa la prima sconfitta di Coppa, rimediando soltanto una brutta figura che complica anche in chiave campionato sotto il profilo del morale. Trovare le attenuanti non è difficile: campo simile a una pista da hockey, una valanga di assenze, pure un po' di iella, un freddo da eschimesi. Ma il Toro così non può andare lontano, messo in difficoltà da un pressing alto nemmeno particolarmente asfissiante di una squadra rivale decisamente inferiore sotto il profilo tecnico. Granata congelati nelle gambe, ma anche nella testa: poche idee, ancora meno movimento, nonostante l'Helsinki conceda più spazi di quanto sarebbe lecito attendersi.

Ambiente ostile - Si sapeva dalla vigilia e così in fin dei conti è stato. La grande incognita è il Sonera Stadium: una ghiacciaia, peraltro bagnata senza sosta. L'erba sintetica del campo pare quella degli alberi di Natale finti, il pallone viaggia inevitabilmente in maniera diversa e per chi non è abituato tale aspetto rappresenta una difficoltà in più da affrontare. L'Helsinki nell'approccio è rivoluzionario: il giusto pressing, voglia di proporre e non soltanto distruggere. Il Toro trova maggiori spazi per colpire, ma fatica nella costruzione di gioco e rischia pure qualcosa di troppo perché fluidità e precisione nei passaggi sono limitate. Nonostante la possibilità di correre, i ragazzi di Ventura concretizzano poco e si trovano pure a dover fare i conti con la sfortuna con il legno centrato nel primo tempo da Sanchez Mino.

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