Da Ferrara a Sky, dalla Lega Pro al ritorno in Serie A: due strade parallele. Federica Lodi, volto rosa della Premier, è legata alla squadra della sua città: l’ha seguita passo dopo passo nella risalita fino al paradiso calcistico, il sogno di ogni appassionato. Un sogno che continua, tra difficoltà ovvie e una passione infinita. «Io sono cresciuta in un paesino vicino, a Mirabello, dove torno spesso, ma Ferrara è la città che mi ha dato la possibilità di svolgere la mia professione di giornalista, nelle redazioni sportive. Era una Spal diversa, con società magari non così solide. Andavo tutti i giorni al centro sportivo di via Copparo, ora intitolato al grande GB Fabbri. Ripensandoci, è stata una scalata incredibile».
Spal: Borriello, Paloschi e Antenucci star quasi... inglesi
Ma si aspettava di “rivedere” la Spal di nuovo in Serie A?
«La Serie B era un obiettivo dichiarato da parte dei dirigenti, ma arrivare così in alto... Poi, lo scorso campionato ha regalato appunto il sogno. Un campionato straordinario, una vittoria magari inaspettata e il grande salto compiuto. La città è stata come contagiata dall’entusiasmo».
Spal, che svolta con i Colombarini!
Merito anche della proprietà, dei Colombarini...
«Persone conosciute bene, affidabili. Dalla Giacomense alla Spal, hanno portato nuova linfa vitale al club. La riconquista della Serie A dopo 49 anni è un regalo per la gente».
Una città a misura di giocatori.
«L’anno passato, in centro spesso si vedevano passeggiare tranquillamente. Anche l’allenatore Semplici, uno che va in bici a fare colazione, fermato da tutti... I tifosi sono straordinari, avevano voglia di far festa. Poi, come ovvio, brontolano se le cose non vanno bene».
Difatti, il campionato è durissimo per le neopromosse.
«La gente vuole godersi la stagione e non è certo rassegnata a un epilogo scontato. Al presidente hanno chiesto addirittura l’Europa. D’altronde, Mattioli ha un record unico: è passato dalla terza categoria alla Serie A, tutte le categorie del pallone. Conosce il mondo del calcio come pochi. E il ds Vagnati è cresciuto con la società, il tecnico Semplici pure».
La storia gloriosa del club è una spinta in più?
«I racconti di papà mi hanno fatto conoscere le imprese della Spal, dei suoi eroi. La storia ha unito le generazioni: gli anziani che da sempre sono vicini alla squadra andando tutti i giorni al centro sportivo sino ai ragazzi che hanno vissuto questi anni di risalita, passando dai campi di provincia. Ho avuto l’onore di conoscere GB Fabbri: invitava i giocatori per le feste nella sua casa, da lì sono passati personaggi incredibili, leggende per Ferrara. E Fabio Capello, in giro per il centro, si è commosso alla lettura di un passaggio del suo libro: lo aveva definito figlio...».