© www.imagephotoagency.itTORINO - Un simbolo della Juventus leggendaria sceglie il Milan. Sembra il caso di Andrea Pirlo al contrario. Prezzi diversi (il genio bresciano arrivò gratis a Torino), ma motivazioni simili. E in entrambi i casi c’è l’ombra di Massimiliano Allegri. La Juventus non reputa Bonucci un cavallo a fine corsa - come invece i rossoneri ritenevano Pirlo nel 2011 - però è il giocatore che considera terminato il proprio ciclo a Torino e come l’ex compagno ha deciso di rimettersi in gioco con la maglia di una delle rivali storiche. Una sfida nella sfida, sfiorata anche da quell’Antonio Conte mentore del difensore, che nell’estate 2014 - dopo tre scudetti e prima delle dimissioni - si era convinto di poter ricostruire il Milan berlusconiano. Non se ne fece nulla perché la dirigenza bianconera, nel maggio precedente, si oppose. Con Bonucci non è capitato: porte aperte agli scontenti, ha ripetuto Marotta più volte.
I PRO E I CONTRO DELLA CESSIONE
LE MOTIVAZIONI - Pirlo nel 2011 lasciò il Milan dove, nell’ultima annata con Allegri - anche causa infortuni - non era più considerato inamovibile per approdare in una Juventus reduce da due settimi posti. Bonucci ha deciso di salutare la squadra vicecampione d’Europa, della quale è stato uno dei leader, per guidare i rossoneri fuori dalle sabbie mobili. Professionalmente è un passo indietro, ma Leonardo è un soldato - così lo ha sempre definito il suo motivatore Alberto Ferrarini - e vive tutto come una sfida. Essere il capitano che rialza il Milan è un progetto che gli trasmette quell’adrenalina cui non riesce a rinunciare.
LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO SU TUTTOSPORT IN EDICOLA