TORINO - La Juve ci riprova per Ilkay Gundogan, talento del Borussia Dortmund che nato trequartista ha successivamente abbassato il proprio raggio d’azione: regista davanti alla difesa oppure interno - un po’ come Claudio Marchisio -, Gundogan è ritenuto il profilo corretto da consegnare a Massimiliano Allegri, nell’ottica di rinforzare il reparto mediano bianconero. Dopo i sondaggi andati in scena una settimana fa, i dirigenti juventini hanno nuovamente bussato alla porta del Borussia Dortmund, per capire la reale volontà del club tedesco sul centrocampista di origine turca. Bene chiarire fin da subito che l’operazione, pur fattibile, si presenta in salita per gli alti costi che comporta. Limitandosi al cartellino, la richiesta dei gialloneri si attesta sui 30 milioni. Tanti, anche troppi se si considera che la Juventus deve anche aprire i cordoni della borsa per il trequartista (se ne parla in apertura di pagina 9). Ad alimentare un certo ottimismo, in casa bianconera, il fatto che il Borussia non ritenga Gundogan un giocatore incedibile. Caro sì, ma non blindato. Tuttavia il prezzo fissato dai tedeschi, sommato ai problemi fisici che hanno colpito Gundogan nelle ultime stagioni, inducono la Juve a ragionare molto bene, prima di dare il via libera all’eventuale assalto al 24enne.
L’UOMO DIMENTICATO - Ma chi è Ilkay Gundogan? «Geni da stratega». Qualche anno fa Jürgen Klopp ha utilizzato questa frase per descrivere il giocatore risultato determinante per portare il Dortmund alla finale di Champions, nella gara poi persa a Wembley contro il Bayern. Per entrare nelle pieghe del suo carattere si può raccontare ciò che è accaduto il 20 marzo 2012. Il BVB va a Fürth a sfidare il Greuther nella semifinale di Pokal. La partita, contro una squadra di seconda serie, si rivela più complicata del previsto. Al 118’ il risultato è ancora fermo sullo 0-0. L’allenatore avversario Büskens pensa già ai rigori e fa un cambio inatteso: fuori il portiere titolare Grün, al suo posto il para-rigori Fejzic. Una sostituzione che pungola Gundogan: non appena ricevuto il pallone, il centrocampista indovina una parabola che rimbalza sul palo, quindi sulla schiena del portiere avversario prima di finire in porta. Una rete che lo fa diventare l’eroe della giornata, e che porta i compagni a inneggiarlo durante il viaggio di ritorno. Almeno fino a quando qualcuno si accorge che sul pullman, Ilkay non c’è. E’ rimasto allo stadio, dimenticato dalla squadra... Un’episodio sul quale il giocatore ha sempre scherzato, a conferma del carattere guascone. Merito di una famiglia lungimirante: il nonno si trasferì in Germania nel 1979 e la sua famiglia andò a vivere nel quartiere con il minor tasso di immigrati turchi, con il chiaro intento di far integrare il ragazzo nella cultura tedesca.