TORINO - Siamo sempre più vicini alla fine della stagione di Serie A e ormai le statistiche acquistano una fisionomia veritiera, al netto di qualche partita ancora da giocare o da recuperare. Focalizziamo questa volta l’attenzione sul numero di falli pro e contro per ciascuna squadra: quelli fischiati a favore e quelli commessi. Come da previsione, in cima alla classifica dei falli commessi troviamo squadre che si collocano nella parte bassa della classifica di Serie A. Nell’ordine: Verona, Empoli e Lecce, tutte con una media superiore ai tredici falli commessi a partita. Da cosa dipende il numero di falli commessi da una squadra? Oltre che dalle doti tecniche dei singoli, anche dall’intensità di gioco, dalle caratteristiche individuali dei calciatori e dalla tipologia delle gare (quelle che valgono la salvezza hanno inevitabilmente un tasso agonistico molto alto, per fare un esempio). Un altro fattore, perché no, è quello degli arbitri scelti per questi match: non tutti sono uguali, nella classe ci sono direttori di gara che hanno la propensione a fischiare di più e altri di meno. Pensiamo per esempio a Davide Massa: l’arbitro di Imperia stacca un altro internazionale come Marco Di Bello di quasi quattro falli di media a partita (26 contro 22,60), un divario piuttosto cospicuo.
Le squadre di Serie A con meno falli fischiati
Ma guardiamo alle squadre alle quali vengono fischiati meno falli in assoluto a favore. Troviamo l’Atalanta, la Juventus e il Torino, rispettivamente a quota 347, 368 e 384. Non va dimenticato che i bergamaschi hanno giocato una partita in meno, ma comunque il distacco rispetto alle altre squadre è sicuramente un dato non indifferente. Ovviamente, a determinare queste “classifiche” sono anche le caratteristiche dei calciatori: quelli più rapidi e propensi al dribbling subiscono di norma più falli rispetto ad altri. Non a caso, Khvicha Kvaratskhelia è il calciatore che ha subito più falli in tutta la stagione fino a questo momento. E, sempre per lo stesso discorso, tra i dieci calciatori che commettono più irregolarità ce ne sono alcuni di Verona, Empoli e Lecce, come Ondrej Duda, Michael Folorunsho, Youssef Maleh e Marin Pongracic. Impressionante il dato del Napoli, che ha commesso 337 falli in tutta la stagione, unica squadra sotto ai dieci di media a partita (9,76): questo accadeva anche con Luciano Spalletti lo scorso anno, a conferma di come alcuni dati restino invariati al di là della guida tecnica. L’Inter, fresca campione d’Italia, si posiziona invece al diciassettesimo posto per falli fatti, con 363 (media di 11 a partita).
Vale la pena anche ricordare come a Coverciano ogni arbitro sia abituato a valutare tecnicamente diversi aspetti, utili alla preparazione di una partita: tra questi anche le caratteristiche dei calciatori delle squadre che andrà a dirigere. Nessun pregiudizio o pretattica: l’intento è esclusivamente didattico e “formativo”, l’obiettivo è disporre di tutte le informazioni necessarie per una gestione accurata della partita. Al termine di una stagione che nel complesso è al di sotto delle attese, arrivano comunque buoni segnali dai due big dell’arbitraggio italiano. In primis l’ottima direzione di Marco Guida nella delicata andata del Villa Park tra Aston Villa e Olympiacos di Conference League, e poi la designazione di Daniele Orsato per la semifinale di ritorno di Champions League tra Paris Saint-Germain e Borussia Dortmund. Saranno loro due, entrambi delle certezze da ormai diversi anni, i direttori di gara che rappresenteranno l’Italia all’Europeo.