INVIATO A GENK - Stavolta niente blitz in ritiro per Mino Raiola, a differenza di quanto accadde nella tarda primavera a Nizza. Allora il suo "uomo di punta azzurro" era Mario Balotelli e la visita del "super procuratore" nell'hotel della Nazionale a ridosso della Croisette scatenò un vero e proprio caso diplomatico che spinse l'allora commissario Fabbricini a difendere l'onorabilità della Figc. Stavolta, invece, Raiola farà perfino fatica a trovare un ristorante aperto (ci ha provato a “La Botte” dei fratelli Peppe e Gaspare Giacomazza, tifosissimi juventini, protagonisti di MasterChef in Belgio e soci in affari con Mertens) ma tutto è concentrato sulla Nazionale, in questa città di straripante e antica immigrazione italiana, monopolizza le attenzioni. E così Raiola arriverà a ridosso della partita per osservare l'astro nascente della sua scuderia: Moise Kean.
Roberto Mancini lo ha convocato dopo la gara dell'Under 21 contro l'Inghilterra in cui l'attaccante, oltre ad aver segnato il gol del momentaneo pari, ha giocato una partita di grande sostanza fisica e tattica a conferma di quando grandi siano le sue potenzialità. E, inevitabilmente, l'attenzione intorno a lui cresce in maniera esponenziale e uno stuolo di club si è messo in fila per poterlo avere a disposizione già a gennaio. La Juventus, naturalmente, non ha alcuna intenzione di perderne il controllo, tanto è vero che nell'estate ha rifiutato molte proposte di club inglesi e dei francesi del Monaco che non ha neppure potuto iniziare una trattativa per l'acquisto. Si fa più concreta, invece, l'ipotesi di girarlo in prestito a un club dove posa giocare con quella continuità che Allegri non può garantirgli nonostante abbia una grandissima stima per lui.