Il grande regista dell’affare Marchisio-Zenit è un intraprendente ragazzo catalano di 37 anni con un grande fiuto per i talenti che negli anni torinesi prima è stato vicino di casa del ds juventino Fabio Paratici, poi è stato in affitto in un appartamento di proprietà di Giorgio Chiellini. Javier Ribalta, in passato osservatore e capo scouting di Torino, Milan, Novara, Juventus e Manchester United, dal 31 luglio è il direttore sportivo del club di San Pietroburgo. «Quando il 17 agosto ho saputo che Marchisio aveva rescisso il contratto, ho subito chiamato Claudio. Nessun intermediario: lo avevo conosciuto bene nei miei cinque anni alla Juventus. Mi è sembrato interessato e intrigato dal nostro progetto fin dal primo istante, sinceramente non ho mai temuto potesse scegliere un club diverso».
Perché?
«Perché Claudio, già al primo colloquio telefonico, è stato molto chiaro sulle sue due priorità. La prima: una squadra che gli consentisse di non incrociare la Juventus da avversario per rispetto dei tifosi bianconeri. La seconda: lottare per vincere, che per lui è importantissimo».
Lo Zenit, in effetti, è in Europa League e in testa al campionato russo.
«Diciamo che il rischio di affrontare la Juventus speriamo di correrlo il prossimo anno (risata). Claudio mi ha convinto da subito: non l’ho trovato triste, bensì motivato e voglioso di giocare e provare questo tipo di avventura. Qui era stato già con la Juve, poi ha parlato con Criscito che naturalmente gli ha parlato benissimo della società e della città. Di Claudio mi ha colpito un messaggio della scorsa settimana su WhatsApp: “Javier, sai che sono abituato a vincere e voglio continuare a vincere”. Sono certo che per lo Zenit sarà un buon affare. I nostri tifosi sono contentissimi, oltretutto a San Pietroburgo sono tanti i simpatizzanti della Juventus. Ma Marchisio è un colpo importante soprattutto a livello tecnico: mi auguro che aggiunga alla nostra squadra, che è già forte, un pezzo della straordinaria mentalità vincente della Juve».
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In futuro vede più possibile il ritorno di Pogba alla Juventus, un altro parametro d’oro alla Rabiot o un colpaccio alla Marcelo?
«Marcelo. Gli altri due mi sembrano impossibili».
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