TORINO - Ci siamo, è il B-Day: Gigi Buffon, 17 stagioni dopo il suo sbarco sul pianeta bianconero, fa chiarezza sul suo futuro alla Juventus. E su cosa sarà di lui. Al suo fianco il presidente Andrea Agnelli, grande amico del portiere più forte di ogni tempo. In platea siede tutto lo stato maggiore: Pavel Nedved, Beppe Marotta, Fabio Paratici, più Giorgio Chiellini e l'agente Silvano Martina.
Questa è stata una famiglia da cui ho imparato tanto ?? #UN1CO pic.twitter.com/89spdI1kCG
— Gianluigi Buffon (@gianluigibuffon) May 17, 2018
«E' difficile trovare le parole - spiega Agnelli - Gigi ha chiuso una partita su due da imbattuto, ha il record di imbattibilità a quota 974 minuti, ha vinto 26 trofei in 22 anni di carriera. Vuol dire che con Gigi ogni anno si porta a casa almeno un trofeo. Lui è carismatico, timido, leale, trasparente, sincero, onesto, è un amico e il capitano. E' stato in paradiso, è sceso all'inferno ed è tornato in paradiso e gliene saremo eternamente grati assieme agli altri protagonisti. Il 2018 è stato un anno lungo e logorante. Prima Italia-Svezia, poi un infortunio, quindi il rigore contro a Madrid che ha visto sfumare la vittoria in Champions e il gol di Koulibaly che poteva far presagire la perdita dello scudetto. Ma Gigi è stato in campo all'Olimpico per la quarta Coppa Italia e il settimo scudetto consecutivo: numeri pazzeschi. Esclusi i miei familiari, è stata la persona che ha frequentato più assiduamente casa mia. Ci siamo confrontati e ogni decisione sarà condivisa. Oggi sappiamo che “Tek” Szczesny difenderà la nostra porta l'anno prossimo. Una porta difesa nella storia da gente come Zoff, Tacconi, Peruzzi, Sentimenti IV. Gigi ha proposte sia fuori dal campo sia per continuare a giocare. Gigi sa che avrà il mio pieno supporto, qualsiasi decisione prenderà. Oggi gli dico solo grazie di cuore per questi 17 anni straordinari e ti prego: goditi lo Stadium, così come lo Stadium si godrà te. Fino alla fine». E ancora: «Abbiamo ragionato su quello che dovrà essere un percorso lontano dal campo di gioco, qualunque sia il ruolo che si deve assumere passerà attraverso una seria formazione. Vale per chi dall'università entra nella nostra società, e per chi lascia il campo e fa lo stesso percorso. All'inizio si dovrà prospettare un anno di seria formazione per avere la piena consapevolezza della gestione di un club a 360°. Da lì si può capire la direzione più giusta, ma questo vale per tutti i dipendenti di qualsiasi società».
L'ANNUNCIO - Poi Buffon prende la parola con la voce rotta dall'emozione: «Volevo sicuramente ringraziare il presidente, la Juventus per me è qualcosa di più. In questi anni abbiamo sviluppato un rapporto unico di vicinanza, ambizione, amicizia, legati come siamo dall'onesta e dalla lotta feroce all'ipocrisia: è un comune denominatore che ci ha unito. Il fatto che qui sia presente tutto lo stato maggiore, il mio procuratore, Giorgione Chiellini che meritatamente prenderà i gradi di capitano per me è un grande onore e piacere. Mi fa piacere che siano venuti tutti: sono necessari tutti e al netto di polemiche e incomprensioni dico grazie anche a voi. Per me è una giornata particolare, ricca di emozioni, ma ci arrivo con tanta serenità, felicità e appagamento. Sono sentimenti figli di un percorso straordinario e bellissimo che ho avuto la fortuna di poter condividere con tante persone che mi hanno voluto veramente bene, un bene per il quale ho lottato e cercato di fare sempre del mio meglio. Sabato sarà la mia ultima partita con la mia Juventus, credo sia il modo migliore per finire questa grandissima avventura con altre due vittorie davvero importanti e con la vicinanza di Andrea e di tutto il popolo juventino. La mia paura era di arrivare alla fine della mia avventura con la Juve da sopportato o da giocatore che aveva fuso il motore. Posso dire che non è così e sono veramente orgoglioso di aver potuto esprimere se non il mio meglio, sempre prestazioni all'altezza del nome mio e della Juve. E questa è la mia più grande gratificazione: ecco perché arrivo felice a questo saluto, perché per uno sportivo non è scontato essere così longevo e performante. Ringrazio la famiglia Juve che nel 2001 prese un talento straordinario che si è tramutato in campione 8ma sono di parte...): ma questo è accaduto solo perché la Juve ha fatto sì che accadesse, facendomi fare un ulteriore step nella mentalità e nella convinzione. Se sono ancora qui a 40 anni è solo per merito della Juve, dove l'approccio al lavoro è diverso da tutte le altre parti del mondo. E' una filosofia che ho fatto mia e sono sicuro che la adopererò anche in futuro, nel post calcio, se dovesse servire: è l'unico modo che conosco per arrivare ai risultati con la felicità di aver sofferto, di essersi dannati gettando il cuore oltre l'ostacolo, al di là di soldi, notorietà e Coppe. E' questo che la Juve mi ha insegnato e la ringrazierò per sempre».