TORINO - Inutile ragionarci più di tanto: il tifo calcistico si inserisce in una specie di vita parallela, destinata a scatenare azioni e reazioni, pensieri assurdi e irrazionali, ostilità talmente radicate e ossessive che nell'esistenza normale riteremmo quantomeno inopportune. Il più delle volte cascano nella rete persone che fanno ben altri mestieri, ad esempio politici, intellettuali, giornalisti. Ci trasformiamo (eh sì, mi ci metto anche io) in opinionisti competenti soprattutto nel registrare e denunciare presunti torti subiti direttamente o indirettamente dalla propria squadra. Niente da fare, ci parte l'embolo, non fossimo stati educati alla moderazione rischieremmo la prigione!
Su tali presupposti, da una settimana il "dibattito" sul campionato ha ritrovato i toni aspri di passate stagioni. Il tema lo conoscete già. Illustre il profilo degli intervenuti: il sindaco di Napoli ha rispolverato la vecchia frattura tra Nord e Sud, parlando come un capopopolo di lotta contro i poteri forti. Lo hanno rimproverato di irresponsabilità, ma ioin fondo lo capisco, perdere sempre dà alla testa, soprattutto quando sei convinto di farcela almeno stavolta. Peggio di lui sono però i testimonial dell'interismo, per dirla alla Beppe Severgnini, ovvero quel concentrato di sfiga e arroganza che da sempre qualifica la seconda squadra di Milano. Uno dei più autorevoli rappresentanti dell'unica società che al mondo ha accettato di indossare uno scudetto vinto da altri, si auE toconvince che il campionato sia stato falsato dagli errori arbitrali, una cantilena già sentita cui stentano a credere persino gli stessi tifosi degli asiatici nerazzurri. E poi c'è chi, desideroso di un palcoscenico sul quale esibirsi visto che non lo chiamano più, blatera insulti che faticheresti a trovare sugli spalti. Il suo mestiere è il fotografo di campagne pubblicitarie trasgressive e violente. C'è una certa logica in ciò che dice e pensa avendo sviluppato negli anni il gusto dell'orrido.
Come risponde un presunto "intellettuale" juventino? Semplice, non risponde chi sa della propria superiorità. Suffragata da semplici dati che gli amici della mia chat bianconera mi ricordano: negli ultimi sei campionati il divario tra Juve e Napoli è di 94 punti, quello con l'Inter di 186. C'è chi vince (noi) e chi subisce (loro) e questo è quanto.