TORINO - Toh, che coincidenza. Il campionato della Juventus - quello vero, insomma - è cominciato con il rotondo successo casalingo ai danni del Crotone lo scorso 26 novembre, all'indomani del salvifico schiaffo rimediato a Marassi da un'indemoniata Sampdoria. Lo stesso incontro a partire dal quale Medhi Benatia ha preso stabilmente posto al centro della retroguardia bianconera. Una coincidenza che, settimana dopo settimana, si è fatta conseguenza. Conseguenza dell'impennata di rendimento della Vecchia Signora in quel regno all'interno del quale governa da oltre un lustro che si chiama Serie A. Conseguenza di quel muro all'improvviso eretto da fuoriclasse che si sono fatti raffinati carpentieri.
METAMORFOSI - Sotto il naso di attoniti avversari, e che si chiamino Napoli piuttosto che Sassuolo poco importa. Costretti, tutti, ad arrendersi all'evidenza di numeri da far strabuzzare gli occhi: zero come le reti subite finora nel 2018, uno come il totale dei gol incassati nelle ultime quattordici (quat-tor-di-ci!) partite di campionato. Tanto per dire: sono di più le reti che Benatia - straordinario protagonista della metamorfosi di una squadra che ad inizio anno quando vinceva lo faceva per 4-2 (vedi a Marassi col Genoa) o per 6-2 (chiedere informazioni all'Udinese) - ha messo a segno nella porta avversaria, avendo punito nel giro di un mese soltanto prima proprio il Crotone e poi la sua ex Roma.
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