© Marco Canoniero
TORINO - L’antipatia (ci scuserà il signor Nainggolan ma la parola “odio” ci pare eccessiva parlando di calcio) nei confronti della Juventus è una questione profondamente italiana, perché solo da noi il successo è un problema. Il più umano dei sentimenti, l’invidia, e un’atavica abitudine alla sconfitta hanno reso l’italiano medio, generalmente sospettoso nei confronti di chi ha successo e, soprattutto, lo mantiene. Perché una vittoria, la prima, viene quasi sempre applaudita. La seconda viene tollerata. La terza fa scattare l’antipatia. E i sospetti. E le congetture. E le dietrologie. E le spiegazioni, che spesso suonano come giustificazioni delle proprie sconfitte o, quanto meno, delle proprie non vittorie.
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