TORINO - «Scudetto? Vedremo alla fine chi vincerà, ma speriamo di essere noi». Stephan Licthsteiner traccia il bilancio della Juventus in un’intervista esclusiva a Mediaset. «Il 2015 è stato un anno pieno di successi, un po’ me l’aspettavo. La squadra è forte, abbiamo grandi campioni che giocano su alti livelli da anni». Sulla finale di Champions persa contro il Barcellona: «Abbiamo fatto bene a giocare in quel modo dopo il gol di Morata, perché c’è stata una situazione in cui potevano darci un rigore, altri due tiri in cui potevamo fare meglio e se fossimo andati in vantaggio sarebbe stata un’altra partita. Ci riproveremo quest’anno. Ci sta perdere col Barcellona – ha aggiunto -, ma rimane comunque una grande delusione perché volevamo vincere a tutti i costi, eravamo vicini a farlo contro la squadra più forte di sempre per me».
«PIRLO? MANCA A TUTTI» - La squadra di Massimiliano Allegri agli ottavi affronterà il Bayern Monaco. «Vedremo se rispetto a tre anni fa è cambiato qualcosa, difficile dirlo adesso. Loro sono molto forti e hanno un ottimo allenatore – le parole dell’esterno svizzero -. Sarà una bella sfida e sarà bello ritrovare Vidal e Coman con cui abbiamo fatto anni importanti. Sono due grandi giocatori, soprattutto Arturo è stata una pedina chiave per gli scudetti vinti». Da Vidal a Pirlo. «Ora ci sono Pogba, Marchisio e tanti altri che mettono dei gran palloni, però sicuramente uno come Andrea manca perché è un fuoriclasse che ti dava tantissimo. Manca a me come manca a tutti i miei compagni».
SU DYBALA E TEVEZ - Non poteva mancare il paragone tra Dybala e Tevez. «Non mi piace questo confronto perché Tevez ha più anni, ha vinto di più, ha fatto la sua strada ed è un campione vero. Anche Dybala può diventare molto forte però non si può paragonare un 20enne con un 30enne: vedremo nei prossimi 10 anni cosa succederà». Lichtsteiner ha poi analizzato il non esaltante momento di inizio stagione da parte dei bianconeri: «Eravamo in difficoltà, nonostante avessimo fatto delle buone prove. Non riuscivamo a segnare e subivamo gol alla prima occasione che concedevamo agli avversari. Ci siamo parlati dopo il Sassuolo ma anche senza parole avremmo fatto lo stesso questo percorso perché la squadra è forte e non sono sorpreso che siamo tornati su questi livelli».
IL PROBLEMA AL CUORE - Il 2015, per il terzino, è stato anche l’anno dell’operazione al cuore: «E’ stato un periodo in cui ho riflettuto tanto, in cui speravo di rientrare i prima possibile. All’inizio non sapevo che problema fosse di preciso e continuavo a pensarci. Alla fine è andato tutto bene ed è stato un piacere ritrovare il campo, i miei compagni e tornare a giocare gare importanti».