Bonucci: «La Juve è sopra il Milan»

«Il ct Conte ha radunato noi juventini per complimentarsi di questa stagione storica. E i successi raggiunti derivano anche dagli insegnamenti che ci ha lasciato»

COVERCIANO - A mano a mano che passa il tempo dalla finale qual è il sentimento che prevale: orgoglio o rimpianto?

Rimpianto no perché alla fine il campo ha deciso che il Barcellona negli episodi è stato più forte di noi. Quello di sabato è stato un punto di partenza per noi e per la Juve. Abbiamo dimostrato di essere all’altezza dei più granti club e dobbiamo lavorare per mantenerlo. Con l’umiltà di ripartire azzerando quello che è stato.

Che effetto fa affrontare la Croazia da sfavoriti?

La classifica dice questo. Loro hanno ottimi giocatori a livello internazionale. Siamo un gradino sotto di loro, ma con le conoscenze tattiche che ci trasmette Conte potremo fare bene.

Sfiderà Mandzukic, un attaccante che piace alla Juve: meglio averlo insieme o contro?

E’ un attaccante moderno: lotta, bada al sodo e fa gol. Difficile sfidarlo, ma giocare contro quelli forti è una manna dal cielo perché di costringono a non abbassare mai la guardia. Ma meglio averlo dalla mia parte...

Morata ha detto di avere regalato la medaglia, lei che ne ha fatto?

Io l’ho tolta appena me l’hanno messa al collo: i secondi posti non si festeggiano, si cancellano. Dev’essere da qualche parte nell’armadietto ma non ci ho fatto caso...

Qual è stato il momento più emozionate della finale?

Al momento dell’ingresso in campo quando ho visto tutta quella gente, i nostri tifosi. E poi quei dieci minuti in cui ci abbiamo creduto. E’ vero, per cercare di vincere ci siamo ci siamo allungati troppo, ma c’è stata la consapevolezza di aver salito un gradino importante.

Che idea si è fatto della polemica tra Agnelli e Berlusconi?

Fa parte del calcio. La Juve vince e sta antipatica, il Milan fa un passaggio storico con il passaggio delle quote da Berlusconi a un altro imprenditore e ha voglia di tornare a vincere. In questo momento la Juve è un gradino sopra al Milan perché veniamo da anni di vittorie.

Cosa significa vedere passare quella Coppa così vicino e non poterla prendere? E come si riparte?

Giocare subito partite importanti, come quella di venerdì, aiuta a eliminare i ricordi. Aspettare un mese e mezzo può essere destabilizzante. Terremo attiva la mente sull’obiettivo. Il sogno sfumato ha creato delusione, ma ognuno di noi deve trarre insegnamento. La Juve se l’è giocata e da lì deve ripartire: uno stimolo a migliorare per alzare il livello di ogni singolo e della società.

Contro la Croazia giocherete con la difesa a quattro: è pronto?

Stiamo provando tutti e due i moduli. Quando arrivò alla Juve, Conte ci disse quello era il modulo migliore per esaltare i singoli, adesso lo sta cercando nella Nazionale. Il 3-5-2 dà certezze, ora ne cerchiamo un altro per variare e dare meno punti di riferimento.

Rischia di sentirsi stranamente solo, là dietro, senza Barzagli e Chiellini...

Li ho insultati un pochino - sorride - perché mi hanno lasciato solo proprio ora. Peccato perdere due giocatori così forti in un gruppo e in una squadra. Ma quelli che sono qui daranno il massimo: vogliamo qualificarci il più presto possibile.

Come avete vissuto le notizie sulle possibili dimissioni di Conte?

In totale tranquillità perché quello che conta sono le sue parole e la sua volontà di portare a termine un impegno. Non vuole lasciare e lo ha detto chiaro.

E’ stato più difficile raggiungere la finale di Champion con la Juve o sarà più difficile andare a quella dell’Europeo con la Nazionale?

Arrivare con la Juve è stato difficile e così lo sarà con l’Italia. Qui c’è anche un momento di ricambio generazionale. E’ un sogno che proveremo a conquistare. Quello che non manca è l’entusiasmo, simile a quello che abbiamo noi nella Juve. Determinato dalla voglia di tanti giovani di mettersi in mostra e dalla volontà dei vecchi di confermarsi a livello europeo.

In questa Nazionale che cambia c’è qualcuno che può essere un valore aggiunto per il futuro?

Mi ha impressionato, anche durante il campionato, Sansone: per qualità tecniche e quantità di corsa. Può diventare importante anche per noi. Per la finale mezza Italia ha votato a favore della Juve e mezza contro.

Come si vive questa divisione?

E’ il destino della Juve: la più amata ma anche la più odiata. Sapevamo che sarebbe successo quello, ma fa parte del calcio. Per noi conta l’affetto dei milioni di juventini nel mondo. Da apprezzare per il modo in cui ci hanno atteso all’aeroporto e per tutte le attestazioni di stima e di orgoglio.

Come vi ha accolti Conte al vostro arrivo a Coverciano?

Ci ha fatto i complimenti anche a livello privato: ha radunato noi juventini per complimentarsi di questa stagione storica. E i successi raggiunti derivano anche dagli insegnamenti che lui ci ha lasciato. Poi, come sua abitudine, co ha detto di di cancellare la Juve dalla mente e di concentrarsi sulla difficile partita che ci aspetta venerdì.

Che idea si è fatto circa il futuro di Pirlo?

Abbiamo riso e scherzato sulle sue lacrime: non erano di addio ma di dispiacere perché vincere sarebbe stato qualcosa di leggendario. Spero che continui con noi perché è un campione, una grande persona e un uomo spogliatoio.

E di Tevez?

Sono giorni di fuoco per questa decisione. Noi speriamo di rivederlo seduto davanti all’armadietto dello spogliatoio il 20 luglio. Se resta, avremo ancora più possibilità di coronare il sogno europeo.

Cosa cambia per un centrale giocare con Pirlo o con De Rossi davanti?

A Pirlo - sorride - dai la palla ed è come metterla in banca. A parte questo, Pirlo più geometria e Daniele più copertura. Dipende dal tipo di partita che devi affrontare...

Che tipo di acquisto è Kedira?

Un acquisto importante perché aumenta il livello di caratura e il peso internazionale della nostra rosa. Migliorerà a livello di gruppo e di individualità.

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