Le grandi firme delle squadre al top - vere o presunte, a seconda dei risultati poi raggiunti sul campo - non interessano al Chievo. E la sostituzione nella casella della direzione sportiva (da Luca Nember a Giancarlo Romairone, preso dopo le esperienze con Carpi, Spezia e Pro Vercelli) non ha mutato la storica filosofia di base: acquisti non esagerati, né in quantità né sotto il profilo dell’investimento economico, e cambiamenti più o meno leggeri in base alle esigenze. Così si scopre che i 3,5 milioni spesi per l’attaccante Manuel Pucciarelli in prestito biennale con obbligo di riscatto dall’Empoli rappresentano la spesa più consistente dell’ultima estate gialloblù. Il toscano è coetaneo del vero bomber di questa stagione: Roberto Inglese, pugliese di nascita, carichissimo sul campo dove la concretezza sotto porta s’abbina alla correttezza dei comportamenti: classe ’91, entrambi.
Per il resto il Chievo ha investito cifre più risicate: 500mila euro per il 20enne tedesco Gianluca Gaudino, figlio di Maurizio (giàcalciatore e oggi procuratore), altri 400mila per il polacco Pawel Jaroszynski (classe ’94), 300mila per l’esperto serbo Nenad Tomovic dalla Fiorentina. La cessione più conveniente è stata quella di Inglese: 10 milioni dal Napoli che l’ha lasciato in prestito ai veneti almeno fino a gennaio. E poi chissà: magari lo scambio con Arkadiusz Milik andrà in porto a gennaio, come si vocifera. Nomi nuovi affiancati ai massimi esperti del ramo: i 38enni Stefano Sorrentino e Sergio Pellissier (oltre a Dario Dainelli), veterani di un gruppo a suo modo indimenticabile, cui si affiancano - fra gli altri - il 36enne Alessandro Gamberini e il 32enne Sergio Pellissier.
E in panchina? Un “mostro” come Rolando Maran, 54 anni, dall’ottobre 2014 alla guida del Chievo dov’è tornato dopo 16 anni e dove giocò per un decennio nel ruolo di difensore. Il trentino s’è ampiamente meritato il rinnovo di contratto e la stima di Campedelli. Uno che in rosa miscela abilmente l’abilità dei “vecchi” intoccabili e la freschezza delle new entry merita quanto meno un monumento.