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TORINO - Nati a entrambi a maggio, a tre giorni di distanza, seppur in anni differenti, Giorgio Squinzi e Urbano Cairo appartengono a segni zodiacali diversi, toro il primo e gemelli il secondo. In realtà, conti alla mano delle rispettive società di calcio, dovrebbero appartenere alla bilancia. Già, perché l’equilibrio dei numeri è il punto cardinale principale di riferimento per la gestione di Sassuolo e Torino, così come dei loro imperi, edilizia e comunicazione/pubblicità. Due club che non a caso proprio l’altro giorno Renzo Uliveri, presidente degli allenatori, etichettava come capaci di battere la crisi puntando sull’identità di gioco grazie a due tecnici abili come Di Francesco e Ventura. Allenatori in grado di ottenere il top dal gruppo e quindi, a fine stagione, far lievitare il capitale dei tesserati. Sia il club neroverde che quello granata sono destinati a chiudere il bilancio senza rosso e in un calcio italiano che soffre di ipertrofismo monetario di fatto dopato, si può serenamente asserire che Sassuolo e Torino sono esempi da seguire. Anche perché le soddisfazioni non arrivano solo dal commercialista ma anche dal campo. Il Sassuolo è alla seconda stagione in serie A con una salvezza ormai a un passo, mentre il Torino dopo aver ritrovato il brivido delle Coppe dopo 20 anni è in corsa per riacciuffare un posto con vista sull’Europa League e oggi, all’ora di pranzo, i granata proveranno a piegare proprio il Sassuolo per non perdere l’ultimo eurotreno.
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