SOCHI (Russia) – È umana, ha le sue paure e può pure gettare la spugna anche se dalla sua parte ha il pronostico che le sorride a bocca spalancata. La Germania vince all’ultimo respiro (95’!) con il magistrale calcio di punizione di Kroos, ma è virtualmente fuori dal Mondiale fino al 48’. La strada si fa terribilmente in salita con la rete di Toivonen (34’) e quasi a nulla sembra bastare il pari momentaneo di Reus in apertura di ripresa perché la notizia dell’1-1 ai fini del girone sarebbe stata comunque una mezza catastrofe. A salvare i tedeschi da una figuraccia ci ha pensato uno che di qualità ne ha da vendere: c’è da dire però che il centrocampista del Real si è fatto perdonare dopo il maldestro passaggio che ha portato al vantaggio iniziale della nazionale di Andersson. Adesso non resta che completare l’opera andando a prendersi gli altri tre punti con la Corea del Sud e sperare in una differenza reti favorevole in caso di arrivo a quota 6 con le altre due.
Germania-Svezia 2-1: tabellino e statistiche
CIAO CIAO? – Chi ha visto la Germania? Quello che succede al Fisht Olympic Stadium di Sochi ha dell’incredibile. La nazionale di Loew, una delle candidate più serie alla vittoria finale, è virtualmente fuori dal Mondiale già al 34’: a far cadere nell’incubo i tifosi tedeschi è lo straordinario pallonetto di Toivonen, abile a beffare Neuer dopo l’ingenuo errore di Kroos, che perde palla a centrocampo e fornisce l’assist perfetto ai sogni avversari. Inoltre gli svedesi recriminano per un rigore non dato a Berg (12’) per il contatto con Boateng che non passa neanche dal giudizio del Var e per il colpo di testa – sempre firmato dall’ex attaccante del Panathinaikos – sul finire del primo tempo. La Germania esce a sprazzi, soprattutto in avvio di gara, e deve anche fare a meno dell’apporto di Rudy, costretto a uscire alla mezz’ora dopo uno scontro di gioco.
IN EXTREMIS – A inizio ripresa la prima mossa di Joachim Loew è chiara: fuori Draxler e dentro Mario Gomez, più incisività in attacco e duello ad armi pari – dal punto di vista fisico – con gli spilungoni svedesi, Lindelof e Granqvist. La scelta si rivela azzeccata perché il “dar fastidio” dell’ex Fiorentina libera Reus e il suo ‘gollonzo’ di ginocchio, che viene firmato al 48’ sfruttando la discesa sulla sinistra da parte di Werner. La Germania prima ha l’opportunità del raddoppio sciupando maldestramente con Gomez (da solo davanti a Olsen calcia alle stelle) e poi si complica la vita con il secondo giallo a Boateng. Gli ultimi minuti sono in inferiorità numerica, ma la Svezia continua a rischiare la rimonta: il portiere di Andersson deve prendere in prestito un miracolo dalle alte sfere per poter dire di no alla zuccata convinta dell’ormai solito Mario Gomez. Il palo di Brandt al 93’ è un’imprecazione contro un bersaglio a scelta e il risultato si sblocca soltanto al 95’ con la punizione di Kroos da posizione quasi impossibile. Quando il talento fa la differenza…