TORINO - Brevi considerazioni sulla conferenza stampa di Ventura alla vigilia di un incontro fondamentale per la storia del calcio italiano. Il ct ha detto: «Lo scenario era chiaro dall’inizio, perché questa sorpresa?». Vero che la Spagna era favorita ma, se lo spirito di una partecipazione al Mondiale è quello di arrivare secondi già nelle qualificazioni, quale mentalità vincente si può trasmettere alla squadra? Poi, non era assolutamente preventivato sbracare in quel modo in Spagna, così come è stato mortificante pareggiare in casa contro la Macedonia. Oltremodo deludente è stata infine la sconfitta contro una modestissima Svezia schierando una squadra slegata e con una media-età superiore ai 30,5 anni! Altra riflessione del ct: «Se perderemo, si faranno delle considerazioni; se vinceremo, se ne faranno altre». No, se perderemo, caro Ventura, non possiamo nemmeno immaginare la figuraccia che si farà davanti a tutte le generazioni sotto i sessant’anni che mai hanno visto il Mondiale senza l’Italia. Figuraccia che ricorderanno per decenni e che sarà tramandata ai posteri. Eliminiamolo proprio questo pensiero dalla testa. La qualificazione a un Mondiale è il traguardo minimo che si chiede a un tecnico della Nazionale. Interessanti le parole di Buffon che dice: «Aiutiamoci con i fatti, inutile mandare messaggi a parole...». Verissimo, ora zitti e... Mosca.